“La meritocrazia non è una parola magica che produce automaticamente qualità diffusa, non è un valore assoluto, né può, soprattutto in un contesto come la scuola, servire a mettere in ombra altri valori come la solidarietà, l’uguaglianza, l’attenzione e la cura per le situazioni di maggior difficoltà e fragilità”. Così il segretario della CislScuola, che poi aggiunge:
“Nella gestione educativa di una classe, ogni insegnante deve equilibrare con intelligenza la creazione di uno spirito di gruppo e di cooperazione con le sollecitazioni ad un sano atteggiamento di emulazione e competizione.
Ci sono momenti e situazioni in cui è utile e bello attivare una gara fra gli allievi e momenti in cui questo non serve o è negativo. E’ un problema di valori e obiettivi, ma anche di misura e contesto. Del tutto improprio e inaccettabile sarebbe perciò importare dall’esterno filosofie che poco o nulla hanno a che fare con la missione e i compiti formativi di questa istituzione. Sarebbe decisamente negativo spingerla a farsi palestra di una cultura dell’individualismo e di una concorrenzialità impropria e fine a se stessa.
Perciò di fronte a generiche notizie che segnalano come al Ministero dell’Istruzione si stia lavorando a un “pacchetto merito” che prevedrebbe un premio in denaro allo studente più bravo di ogni scuola, restiamo perlomeno perplessi: la meritocrazia non è una parola magica che produce automaticamente qualità diffusa, non è un valore assoluto, né può, soprattutto in un contesto come la scuola, servire a mettere in ombra altri valori come la solidarietà, l’uguaglianza, l’attenzione e la cura per le situazioni di maggior difficoltà e fragilità.
Crediamo anche noi, infine, che occorra fare di più per sostenere e aiutare chi lo merita; nella scuola ci sono già modalità utili allo scopo: borse di studio e bonus di vario tipo; sviluppare questi interventi, migliorarli e inventarne di nuovi è la strada giusta da seguire.”
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