“Non si possono condizionare le 100mila assunzioni degli insegnanti all’espressione di un consenso sui contenuti sbagliati del disegno di legge sulla scuola”, lo hanno dichiarato in una nota il segretario generale della Cisl, Annamaria Furlan e il segretario generale della Cisl Scuola, Francesco Scrima, che hanno sottolineato: “La stabilizzazione dei rapporti di lavoro e’ fondamentale per tante persone che da anni lavorano nella scuola e sono indispensabili per il regolare funzionamento”. Per i sindacalisti Cisl – che hanno rilanciato il “confronto” e “non una finta consultazione” – “è davvero singolare chiedere il ritiro di emendamenti per accelerare i tempi di approvazione di una legge.
I tempi che si allungano, infatti, sono la conseguenza e non la causa delle difficoltà che il governo e il parlamento devono affrontare e risolvere: un supplemento di riflessione e di confronto e’ utile e necessario proprio per questo, per cambiare le tante cose che non vanno in un disegno di legge e trovare soluzioni giuste alle emergenze della scuola”.
“Non risolverebbe, fra l’altro, nemmeno la questione del precariato, se rimanessero esclusi dal piano di assunzioni decine di migliaia di docenti ai quali le 100mila assunzioni non offrirebbero garanzie nell’immediato né in prospettiva”, hanno proseguito Furlan e Scrima, avvertendo che “in ogni caso, 100mila assunzioni coprirebbero oggi solo in parte il fabbisogno del nostro sistema scolastico, al cui funzionamento concorrono quest’anno in modo decisivo 130mila contratti a tempo determinato”.
Ecco perché “il governo non ha bisogno di altre motivazioni per rendere stabile il lavoro di cui ha ‘normalmente’ necessita'”. Secondo la Cisl “il peccato originale di questa riforma è la presunzione di non dare ascolto a chi lavora nel mondo della scuola, di avviare percorsi di innovazione ignorando il patrimonio prezioso di esperienza, competenza e passione di un intero corpo professionale, che proprio per questo si è reso protagonista di una mobilitazione di intensita’ e ampiezza straordinarie”.
Quindi “prenderne finalmente atto sarebbe una scelta ragionevole da parte del governo, che ci auguriamo non sia smentita nei fatti, come avvenuto troppe volte tra annunci rimasti tali e promesse ripetutamente disattese. La scuola non sopporterebbe infatti una consultazione frettolosa e di facciata”.
La Cisl ha presentato al riguardo “proposte serie e concrete nelle memorie consegnate in audizione sia alla Camera che al Senato”. E – hanno concluso Furlan e Scrima – “da quelle proposte siamo pronti a ripartire se c’e’ la volonta’ di aprirsi seriamente a un confronto che rivendichiamo da mesi”.
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