Oggi scadono i termini per la presentazione delle domande di supplenza dei docenti che intendono essere inseriti in II e III fascia delle graduatorie di istituto.
Complessivamente la mole delle domande, fa sapere un comunicato CislScuola, raggiungerà molto probabilmente più di mezzo milione.
Ma il punto più delicato, dentro tutta questa massa di richieste, sta nel fatto che entro la settimana prossima, in pratica in cinque giorni, le scuole dovranno smaltire una mole enorme di lavoro, controllando e inserendo a sistema la documentazione prodotta dagli aspiranti.
“Un’impresa disperata – commenta la segretaria generale della Cisl Scuola Maddalena Gissi – visto che ad oggi le domande lavorate dalle segreterie scolastiche sono state meno di cinquantamila e ne restano da trattare, in pochissimo tempo, dieci volte tanto. Non è un lavoro semplice quello che va fatto – prosegue la Gissi – perché si tratta di controllare le domande, non solo di inserirle a sistema. Ma anche per questa operazione, in apparenza banale, tocca fare i conti con ricorrenti disfunzioni, che ci vengono ogni giorno da più parti segnalate e documentate”.
Che la situazione rischi di degenerare, fa sapere il comunicato CislScuola, lo dimostrano anche alcuni episodi in cui si sono verificate tensioni fra gli aspiranti supplenti e il personale delle segreterie, in difficoltà di fronte al moltiplicarsi di richieste difficilmente gestibili anche perché gli uffici lavorano con dotazioni organiche notoriamente insufficienti.
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Una pressione che stanno vivendo da settimane le sedi sindacali, letteralmente prese d’assalto per richieste di assistenza e consulenza.
“Chi ogni tanto non resiste alla tentazione di dichiarare l’inutilità del sindacato, venga a vedere di persona ciò che un sindacato come il nostro è e quello che ogni giorno fa, prima di parlare a vanvera”, aggiunge la segretaria generale Cisl Scuola, che tuttavia torna a porre l’accento sul disagio delle segreterie scolastiche. “Il termine del 30 giugno va rivisto, credo che una proroga sia obbligata anche se c’è l’esigenza di avere le graduatorie pronte per l’inizio delle attività didattiche: ma non si può imporre alle nostre scuole una missione impossibile”.
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