Categorie: Politica scolastica

CislScuola: pronti a collaborare con il Governo, ma ci vogliono risorse

Il 2 novembre il ministro Stefania Giannini incontra i sindacati, molti i problemi sul tappeto, anche alla luce di quanto previsto dalla legge di stabilità.

In vista del confronto fra Ministro e sindacati, previsto per il 2 novembre, la segretaria  nazionale della CislScuola Maddalena Gissi incomincia a mettere le mani avanti: “Ci preoccupa, e non poco – sottolinea Gissi – non vedere quel cambio di passo che il Governo pareva voler compiere annunciando per la scuola un piano strutturale attraverso nuovi investimenti da inserire nella legge di bilancio: quel che c’è, risulta al momento molto lontano rispetto alle attese e alle nostre richieste”.
Secondo la Cisl Scuola è inutile che Renzi ammetta che sulla scuola ci sono stati errori; e, se il premier non sa che fare, la Gissi gli tende una mano: “Noi siamo in grado in ogni momento di dirgli dove e come intervenire, a partire dall’esigenza che le scuole hanno di poter disporre di risorse certe e stabili”.
E qui la segretaria della Cisl mette in evidenza le priorità: stabilizzazione in diritto dei posti dell’organico di fatto, incremento dei posti di sostegno, organico potenziato anche per l’infanzia, piano straordinario di assunzioni per il personale ATA.
Sul piano più strettamente contrattuale Maddalena Gissi chiede che si affronti al più presto la questione della mobilità , “tema caldissimo per le tante criticità che questo anno si sono prodotte a causa dei meccanismi con cui si è gestito il piano di assunzioni della legge 107”. 
CislScuola, per parte sua, “ha già dato la disponibilità ad anticipare i tempi della contrattazione per consentire lo svolgimento delle operazioni entro giugno, quindi con ampio margine per un regolare avvio dell’anno scolastico”. 
“Ma
– aggiunge subito dopo la Gissi – saremo anche determinati nel rivendicare la correzione delle tante irregolarità riscontrate quest’anno”
“Quanto al tavolo sul nuovo contratto
– conclude il sindacato – grava sul confronto l’assoluta insufficienza delle risorse previste dalla legge di bilancio. Sono necessari ulteriori interventi, anche sul piano normativo, perchè i percorsi di un rinnovo contrattuale che un milione di lavoratori attende da più di 7 anni possano rivelarsi agibili in modo proficuo”. 

Reginaldo Palermo

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