Cittadinanza & Costituzione, ancora una volta “Cenerentola”?
La segnalazione l’ha fato Luciano Corradini, gi. Sottosegretario all’Istruzione e Presidente nazionale dell’Uciim, il quale segnala come alla lettera C per l’anno 2010 si segnale il termine “confluenze” e “clausola di salvaguardia”, ritenute dalla direzione di Tuttoscuola più importanti e significativi della Cittadinanza & Costituzione che ormai sembra debba passare di moda, mentre da ogni parte si sollecita l’Educazione ed il senso civico che la scuola insegna e si critica la mancata operatività della scuola , anzi addirittura l’assenza e la dimenticanza del Ministero delle celebrazione del 150° dell’Unità d’Italia
Con toni di ironia Corradini commenta che C&C possa oggi voler dire “Campa Cavallo”, in attesa che si realizzino le attese di molti, in merito allo studio sistematico della Costituzione Italiana.
Nel “Documento d’indirizzo per la sperimentazione dell’insegnamento di Cittadinanza e Costituzione”, del 4 marzo del 2009.vengono indicati con chiarezza tutti i concetti, i valori, i comportamenti i collegamenti impliciti nella legge 30.10 2008 . La CM 27.10.2010 afferma che, l’Educazione alla Cittadinanza “pur se non è una disciplina autonoma e dunque non ha un voto distinto, non esime tuttavia dalla valutazione”. Del resto anche le Indicazioni nazionali per i licei hanno previsto che “uno spazio adeguato dovrà essere trovato al tema della cittadinanza e della Costituzione, in modo che, al termine del quinquennio liceale lo studente conosca bene i fondamenti del nostro ordinamento costituzionale…”. Nell’orario delle discipline, però, non compare neanche il nome di C&C, che pure, secondo la legge, dovrebbe trovare spazio nelle aree storico-geografica e storico-sociale, commenta Corradini.
Una Nota ministeriale, in risposta all’accusa fatta da La Repubblica, in un articolo intitolato “Via la Costituzione dalla scuola. Non è una disciplina autonoma” (10 nov. 2010), ha difeso la positività dell’impianto della circolare (che peraltro è scomparsa dal sito dei provvedimenti ministeriali), con questo titolo: “C&C con la riforma assume un’enorme importanza”; e “Non è una materia di serie B”.
Noi che ci crediamo vorremmo che fosse di serie A. invece ritorna ad essere cenerentola e “appendice” in alcuni libri di storia.
Nel glossario di Tuttoscuola, alla lettera “G” si dà grande rilievo alle proteste degli insegnanti di Geografia, mentre sotto la lettera “E” si inserisce il nome Emma, la piccola bambina del ministro Gelmini, alla quale rinnoviamo gli auguri per la maternità, ma con la lettera E sarebbe stato forse il caso forse il caso di ricordare “l’emergenza Educativa” e per diritto di risposta alle proteste dei docenti, non si possono dimenticare le contestazioni dei docenti di Economia e Diritto, mortificata e “mal-ridotta” nel nuovo impianto di riforma.
Condividiamo che la riduzione degli orari scolastici sia inevitabile. E’ però inevitabile anche la scomparsa di C&C dal novero delle discipline?
Luciano Corradini ricorda che all’inizio degli anni ’60 ha insegnato, in un istituto tecnico, italiano storia ed educazione civica. In virtù del Dpr firmato da Moro nel 1958 e dedicava due ore al mese alle tematiche del civismo in chiave costituzionale. Il voto era unico, ma la norma chiedeva che due ore mensili di storia venissero dedicate a quella problematica. Per motivi che abbiamo più volte esplorato, si lasciò perdere, da parte di molti docenti, dirigenti, ispettori e di chi avrebbe dovuto farsi carico anche della formazione giuridico economica dei futuri docenti di storia.
Nel messaggio di capodanno il Capo dello Stato ha sollecitato con toni forti e decisi l’attenzione ai giovani e l’impegno della scuola , vera palestra di educazione.
E’ proprio fuori luogo continuare a pensare che, dopo tanti annunci, si torni almeno al decreto Moro del 1958? Fra l’altro il decreto Moro scaturisce da un convegno nazionale dell’Uciim celebrato appunto a Catania nei giorni 9-13 febbraio 1957 al Castello Ursino, culla della nascente Educazione civica per la scuola italiana.
I compleanni dell’Italia al quale il ragazzo con lentiggini formula tanti auguri nello spot pubblicitario della Presidenza del Consiglio si celebrano sulla carta e subito vengono archiviati per subito tornare al “lavoro usato”.
E’ chiaro che queste date e questi temi ogni insegnante dabbene li affronta a modo proprio ed intanto sono passate senza lasciare traccia le celebrazioni dei 60 anni della Costituzione e fra qualche mese passeranno, secondo il defluire del tempo, anche i contestati 150 anni dell’Unità d’Italia, per i quali alcuni rimproverano la scarsa partecipazione del mondo della scuola a livello istituzionale e ministeriale.