Cittadinanza e Costituzione: purché sia una disciplina

Con tutto il rispetto dovuto per Reginaldo Palermo, il primo commento – a caldo – che viene da fare sul suo commento all’intervento dell’ex-Ministro Paola Severino è molto semplice: se in questo Paese ognuno di noi facesse (bene) il proprio mestiere le cose funzionerebbero certamente meglio.

Sono le parole usate come incipit da Palermo ma che, in questo caso, gli si ritorcono contro.

Altro che scoperta dell’acqua calda come scrive Palermo.

L’acqua è assolutamente fredda.

Perché le analisi di Palermo, che di solito condivido assolutamente in toto, questa volta sono profondamente errate e, se è permesso scriverlo ad un docente di Diritto in via di rottamazione, sono anche lievemente “disinformanti”.

Capisco che l’affermazione è pesante ma sono qui a motivarla e supportarla con dovizia di argomentazioni.

Dunque partiamo dal dato di fatto: Palermo correttamente riferisce di un insegnamento chiamato “Cittadinanza e Costituzione”.

Nel nostro ordinamento, però, non si ha alcuna traccia né evidenza di un insegnamento fantasma.

Tale è, in buona sostanza , “Cittadinanza e Costituzione”.

Non lo affermo solo io e basta ritrovare le dichiarazione in merito del prof. Luciano Corradini,pure  a suo tempo fortemente coinvolto nella gestazione di “Cittadinanza e Costituzione”, per averne la conferma.

Un padre che “ripudia” un figlio non è evento frequente nel mondo della scuola italiana.

Ma senza voler scomodare il prof. Corradini invito ad una verifica semplice ed alla portata di tutti.

Tra i lettori de “La Tecnica della Scuola” ci sono sicuramente anche persone non direttamente impegnate nel lavoro scolastico.

Genitori, esperti, persone a cui la scuola interessa tout court.

Ebbene consiglio una semplice indagine esperibile fra nipoti, parenti e conoscenti.

Qualcuno di loro ha avuto in pagella, ad oggi, una valutazione per Cittadinanza e Costituzione?

Nessuno o meglio solo alcuni studenti di alcune scuole medie laziali che, purtroppo in maniera originale quanto arbitraria, si sono visti attribuire , per un periodo ,limitato e cioè prima che il MIUR intervenisse per riportare correttamente alla norma vigente la situazione, un voto in pagella.
Ma era un voto “inventato”.

Questo perché la norma vigente non prevede per “Cittadinanza e Costituzione” alcun monte ore definito e, soprattutto, non prevede alcuna valutazione.

Questo significa,a mio parere, che l’ex Ministro Severino chiede, con raro esempio di realismo giuridico e senso di opportunità educativa, di mettere fine ad una finzione.

Paola Severino è già intervenuta in passato sul tema del rapporto tra corruzione e gli strumenti culturali per combatterla.

Mi è capitato di ascoltarla alla radio qualche mese fa (credo fosse Radio anch’io ma potrei sbagliare trasmissione e l’interessata,se crede,  può facilmente correggermi) citare il caso di Singapore.

Singapore è una realtà in cui il fenomeno corruzione è o  è stato sicuramente paragonabile per dimensione ed estensione al caso italiano.

La Severino citava la circostanza che nelle scuole di Singapore, dai livelli più bassi, si sia portato avanti un discorso di carattere educativo che ha prodotto o sta producendo frutti.

“Cittadinanza e Costituzione” è una finzione sicuramente da un punto di vista quantitativo ed è molto discutibile lo sviluppo di attività che si svolgono, a vario titolo e livello, sotto questa etichetta.

Propongo a Palermo e a La Tecnica un lavoro che abbiamo proposto come Coordinamento nazionale dei docenti di Diritto e Economia ad una serie di soggetti che si occupano di scuole e formazione

Una semplice rilevazione sul campo su quante scuole (medie e superiori) svolgono, organicamente e non in forma rapsodica ed occasionale, una programmazione inseribile nella dicitura “Cittadinanza e Costituzione”.

Palermo quando ha bacchettato, del tutto ingiustamente secondo me,  l’ex Ministro della Giustizia avrebbe potuto e dovuto anche  ricostruire la genesi di “Cittadinanza e Costituzione”.

Palermo non l’ha fatto ed allora lo faccio io così provo a rimuovere qualche elemento, oggettivo anche se nell’assoluta buona fede di Palermo, “disinformativo”.

La introduzione della nuova “disciplina” viene annunciata dal Ministro Gelmini con queste testuali parole:”Non sarà la vecchia Educazione civica”.

In realtà intendeva dire che la nuova disciplina non sarà e basta.

Perché?Ma perchè con italica fantasia e con buona pace di Palermo che non pratica le aule da un po’, Cittadinanza e Costituzione non avendo, per scelta della Gelmini prima e dei suoi successori poi, un monte ore né una valutazione, semplicemente non esiste.

Non è mai esistita nonostante la legge istitutiva.

Esistono , però, centinaia di docenti di Diritto, con contratto a tempo indeterminato e cioè assunti e pagati dallo Stato, che rischiano la rottamazione e cioè il licenziamento perché non si vuole che insegnino quello per cui hanno vinto un concorso.

Certo  ci sono scuole dove docenti di buona volontà si danno da fare ma in maniera disorganica e su impulso personale ma questo significa che gli studenti italiani hanno la possibilità di maturare conoscenze ed esperienze utili alla educazione alla cittadinanza?

Direi proprio di no perché contemporaneamente alla “invenzione” della materia che non c’è, la Gelmini ne combinò un’altra.

Eliminò dalle scuole superiori lo studio del Diritto e della Costituzione.

E questo è un altro dato incontrovertibile che Palermo non può certo smentire..

Dopo di che in Senato c’è un meritorio disegno di legge del sen. Roberto Ruta (Pd) che prevede la reintroduzione dello studio delle discipline giuridiche ed economiche nei bienni delle superiori.

Attende di essere discusso ma soprattutto attende che si avvii una discussione pubblica.

Come è accaduto per la Geografia, la Storia dell’Arte e la Musica.

E’ una nuova materia? Direi di no.

E’ una disciplina inutile?

Secondo Paola Severino immagino proprio di no.

Palermo è convinto che l’editoriale dell’ex Ministro sia stata una perdita di tempo ed una proposta irricevibile?

Ci piacerebbe conoscere su questo l’opinione di tutti quelli interessati ad un reale cambiamento nella scuola italiana.

E comprendiamo in questi oltre che Palermo, il Ministro Giannini ed il premier Renzi.

Un sì o un no semplici.

Magari senza slides e senza altri fronzoli ma con una valutazione chiara se si può restare in Europa e disattendere quello che l’Europa ci chiede : far acquisire competenze di cittadinanza agli studenti  italiani.

I loro colleghi degli altri Paesi dell’Unione lo fanno. I nostri no.

Anche questo ce lo chiederebbe l’Europa. O no?

E se Paola Severino ha perso tempo, io e i colleghi del Coordinamento sarebbe ben lieti di continuare a perderne come facciamo, senza esiti, da anni.

E con noi i firmatari di un Appello di qualche anno fa; c’erano a firmarlo  Stefano Rodotà e i i costituzionalisti Alessandro Pace e Stefano Ceccanti e tanti altri dell’Associazione Italiana dei Costituzionalisti, genitori e sacerdoti, Moni Ovadia e Rita Borsellino, piloti d’aereo e operai, Don Tonino Palmese e Giovanni Impastato, l’astronauta Umberto Guidoni e impiegati, la prof..ssa Graziella Priulla e giornalisti, erano in più di 2.000 e all’epoca non esisteva Change e pure Facebook era agli albori.

Posso chiedere a Reginaldo Palermo se ritieni che fossero tutti perditempo?

Certo oggi probabilmente si chiedono a cosa sia servito firmare un Appello come quello e ritrovarsi a ragionare come se tutto fosse cambiato.

Ma non è cambiato nulla ed allora ringrazio pubblicamente la prof.ssa Severino per aver perso il suo di tempo.

Per una volta che un “politico” o meglio un  tecnico mostra sensibilità ed impegno, non mi pare proprio che sia il caso di bacchettarlo….

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