Cittadinanzattiva avanza con forza delle richieste per superare un paradosso normativo e uscire dall’emergenza che vede, all’avvio dell’anno scolastico nella gran parte delle regioni, quasi 17.000 classi con oltre 25 alunni, appartenenti nel 55% dei casi agli Istituti di II grado.
Da qui la prima delle richieste, vale a dire abrogare la disposizione contenuta nel DPR 81 del 2009, ministra Mariastella Gelmini, che consente fino 30 alunni per classe nelle scuole secondarie di I e II grado, per ritornare ovunque ai parametri stabiliti dalla normativa antincendio (DM 26.08.1992) che fissano il numero massimo in 25 alunni (26 con l’insegnante) e a quelli del DM18/12/1975 che prevede uno spazio “vitale” per alunno di mq 1,80 e mq 1,96 secondo il tipo di scuola.
E ancora, spiega Cittadinanzattiva, gli istituti scolastici italiani sono ancora privi del certificato di agibilità per una percentuale pari al 53,8%, nel 38,6% del collaudo statico e nel 59% del certificato di Prevenzione Incendi, fondamentali in un Paese nel quale le scuole in zone ad elevata sismicità sono 17.343 pari al 43% del totale. Inoltre, nell’ultimo anno, a seguito della pandemia, in gran parte dei casi le scuole non hanno rivisto il Piano di Emergenza né realizzato le prove di evacuazione.
“Torniamo a chiedere, inoltre, il completamento e la piena trasparenza ed accessibilità dei dati dell’Anagrafe dell’edilizia scolastica che ancora non è stata aggiornata con i nuovi indicatori ed è priva di qualsiasi dato relativo agli asili nido comunali“.
Al Ministro Bianchi e al Governo in ultimo l’appello affinché sia eliminata l’indicazione di dismettere l’uso della mascherina nelle classi con tutti studenti vaccinati per non creare episodi di discriminazione verso quei ragazzi non vaccinati per decisione dei propri genitori, mentre appare necessario chiarire le caratteristiche tecniche per l’acquisto dei dispositivi di aerazione, così come le regole per la quarantena differenziata e l’eventuale ricorso alla DAD.
In ultima istanza, il Governo, per Cittadinanzattiva deve dare informazioni univoche alle famiglie ma soprattutto assicurare a tutti gli studenti uguali diritti e garanzie sul territorio nazionale, “evitando che Regioni e singoli istituti scolastici si muovano in ordine sparso come troppo spesso accaduto nello scorso anno scolastico”.
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