Arriva da Cittadinanzattiva e Legambiente l’ennesima denuncia di una “promessa mancata”.
Il riferimento è all’Anagrafe dell’edilizia scolastica, che secondo le due associazioni, così com’è “non è utilizzabile né attendibile, perché contiene dati parziali e non aggiornati, indicatori mancanti ed incomprensibili per i cittadini e neanche utile per scegliere la scuola dove iscrivere i propri figli. E mentre non si è provveduto ad aggiornare, come promesso entro il 31 gennaio scorso, i dati relativi alle certificazioni, è stata prorogata di ancora un anno (31 dicembre 2016) l’entrata in vigore dell’obbligo per le scuole di dotarsi della certificazione di prevenzione incendi”.
Quindi, nonostante le promesse che si susseguono ormai da molti anni a questa parte, l’Anagrafe pare non si riesca a completarla con tutti i dati essenziali. E le ultime indagini sulla sicurezza parlano (purtroppo) chiaro: dal Rapporto Ecosistema scuola 2015 di Legambiente e dal Rapporto su Sicurezza, qualità e accessibilità a scuola 2015 di Cittadinanzattiva, emerge che il 39% delle scuole necessita di una manutenzione urgente, una su cinque (21%) presenta lesioni strutturali. Solo il 35,5% ha la certificazione antincendio, poco più di una scuola su tre possiede il certificato di agibilità statica (38%) e quello di agibilità igienico-sanitaria (35%).
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Le due organizzazioni hanno esaminato accuratamente i dati presenti in “Scuola in chiaro”, alla voce Edilizia, e hanno verificato che:
1) non sono stati inseriti, come promesso al momento della pubblicazione dell’Anagrafe lo scorso agosto, né si è provveduto a giustificare tale ritardo, né la macro voce “certificazioni” di agibilità statica, igienico-sanitaria, prevenzione incendi, né tantomeno i dati relativi ad esse;
2) per le scuole “messe in chiaro” sul sito del Ministero dell’Istruzione, sotto la voce Edilizia, non è stata inserita, come ripetutamente richiesto dalle due associazioni, la data di rilevazione o di aggiornamento dei dati indicati né da quale fonte derivino;
3) non sono stati inseriti i dati mancanti né aggiornati quelli esistenti, di diverse realtà in particolare quelli relativi alle regioni Lazio, Campania, Calabria, Basilicata, Sicilia, Sardegna che pure hanno provveduto all’invio di dati (in tutto o in parte, non è dato di sapere) entro il 31 dicembre 2015, tramite le loro Anagrafi regionali.
4) Non è stato prevista la presenza di nuovi indicatori che tengano conto delle mutate esigenze intervenute in questi anni, come Cittadinanzattiva e Legambiente hanno ripetutamente segnalato predisponendo un’apposita nota che l’Osservatorio dell’edilizia scolastica non ha ritenuto di prendere in considerazione.
5) I dati contenuti nell’Anagrafe, così come si presenta oggi ne “La scuola in chiaro” non sono di immediata comprensione per un genitore o uno studente o un cittadino che si voglia cimentare con essi per conoscere le reali condizioni non solo dal punto di vista strutturale o manutentivo ma anche dei servizi erogati. Le informazioni, quando ci sono, risultano o estremamente generiche o estremamente tecniche o incomplete.
6) A tutto ciò, come detto, si aggiunge la strana mossa di prorogare, con il Decreto Milleproroghe, di ancora un anno l’adeguamento delle scuole alla normativa antincendio. Senza alcuna spiegazione né piano di attuazione che consenta di garantire un radicale cambiamento dello stato di attuazione di questo adempimento normativo.
Queste le richieste di Legambiente e Cittadinanzattiva:
“Come previsto dalla sentenza del Tribunale Amministrativo Regionale del Lazio (n.03014/2014), ottenuta grazie al ricorso di Cittadinanzattiva, chiediamo che siano al più presto resi noti i dati relativi alle certificazioni, e che entro il 30 giugno siano pubblicate tutte le informazioni in materia di edilizia scolastica per le scuole ad oggi assenti dall’Anagrafe e che per tutte sia indicata la data di aggiornamento dei dati; che si renda noto, nell’ambito della Conferenza Stato Regioni, il piano e i fondi previsti per l’adeguamento delle scuole alla normativa sulla prevenzione antincendio; che si proceda ad un confronto serrato tra tutte le componenti previste nell’Osservatorio
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