Domani 16 gennaio il provvedimento sull’autonomia differenziata passa all’esame delle aule parlamentari ma senza dibattito, ignorando quasi del tutto che esso impatterà sulla vita concreta e quotidiana dei cittadini, rivoluzionando gli assetti istituzionali.
Infatti, viene ricordato, per quanto riguarda sanità e scuola, che la proposta di autonomia differenziata avanzata dal Veneto riguarda tutte le 23 materie di tutela concorrente, cosicchè, se tutte le Regioni chiedessero tale regionalismo asimmetrico, l’Italia, come Stato unitario, semplicemente non esisterebbe più e lo si sarebbe deciso senza alcun tipo di partecipazione popolare.
Ma, secondo quanto denuncia Cittadinanzattiva in un articolo pubblicato da Vita.it, c’è un altro nodo delicato da sciogliere, quello relativo ai Livelli essenziali delle prestazioni concernenti i diritti civili e sociali da garantire su tutto il territorio nazionale, per mettere a punto i quali è stata istituita presso la Presidenza del Consiglio una Cabina di regia che ha, a sua volta, incaricato con funzioni istruttorie un Comitato tecnico-scientifico (Clep), presieduto dal professor Cassese, di individuare i Livelli essenziali delle prestazioni.
Senonchè, considerato che sono proprio questi livelli essenziali di prestazione a evitare o ridurre l’acutizzarsi di fortissime disuguaglianze che andrebbero a frammentare definitivamente il Paese, Cittadinanzattiva ha chiesto alla Presidenza del Consiglio dei Ministri una istanza di accesso agli atti, chiedendo che fossero messi a disposizione dei cittadini i verbali delle riunioni del Clep e le relazioni conclusive dei lavori.
Richiesta rigettata perché, secondo la presidenza del Consiglio, la costituzione del Clep, il suo funzionamento e i verbali che emette sono da ritenersi tra i documenti che afferiscono alla formazione di atti amministrativi in analogia di accesso agli atti del Comitato tecnico-scientifico Covid durante il periodo della pandemia e respinta dalla Protezione civile.
In ogni caso, alcune delle indicazioni contenute nella risposta di diniego della Presidenza del Consiglio su questo punto non sono per niente rassicuranti
Si legge, precisa sempre Cittadinanzattiva, che la determinazione dei Lep avverrà non a partire da quali siano i bisogni concreti e attuali dei cittadini, ma da quale sia “la soglia di spesa costituzionalmente necessaria che costituisce nucleo invalicabile per erogare le prestazioni sociali di natura fondamentale”, mentre in un altro passaggio si dice che tutto deve avvenire “comunque nell’ambito degli stanziamenti di bilancio a legislazione vigente”.
In altre parole, e a partire dagli elementi di spesa piuttosto che dai livelli di prestazione necessari, si ripercorre il dibattito su cosa debba intendersi per essenziali. E mentre in quel caso l’indicazione fu di intendere essenziali nel senso di necessari per tutti i cittadini e assolutamente da prevedere, qui si rischia che l’interpretazione sia nel senso di basilari, e cioè che vanno assicurati quelli minimi indispensabili.
Ma, al di là degli aspetti formali, viene chiarito, la definizione dei Livelli essenziali delle prestazioni è l’unico strumento per non rendere l’autonomia differenziata un percorso di progressivo consolidamento delle fratture che caratterizzano ormai il nostro Paese, specie in relazione ad alcuni servizi, a cominciare da quello sanitario e scolastico.
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