Cittadinanzattiva su 8×1000 all’edilizia scolastica: meno risorse alla sicurezza delle scuole

“Due occasioni mancate per aumentare i fondi per la sicurezza delle scuole”, è quanto afferma Adriana Bizzarri, coordinatrice nazionale scuola di Cittadinanzattiva, in merito all’approvazione ieri del decreto “Disposizioni urgenti in materia economico-sociale”, che stanzia ulteriori 110 milioni di euro per #scuolebelle, e al giudizio della Corte dei Conti sull’utilizzo dell’8 per mille sull’edilizia scolastica.

E’ passato sotto silenzio ai più il giudizio della Corte dei Conti che, a proposito del finanziamento dell’8×1000 di competenza statale all’edilizia scolastica, ha bacchettato lo Stato per il fatto di non aver realizzato alcuna attività promozionale nei confronti dei contribuenti su questa nuova opportunità. “Oltre alla scarsità delle risorse arrivate su questa voce, abbiamo avuto già occasione di sottolineare come la legge 107/2015 (“Buona scuola”) di fatto abbia vanificato l’utilizzo dei fondi frutto della scelta dei  contribuenti per la sicurezza delle scuole, dirottandoli nel Fondo Unico per l’edilizia scolastica e destinandoli agli interventi sulle scuole legati ad eventi eccezionali e imprevedibili”, continua Bizzarri.

La notizia fa il paio con l’altra dell’avvenuta approvazione ieri del Decreto “Disposizioni urgenti in materia economico-sociale” avente, tra l’altro, lo scopo di rendere immediatamente disponibili gli stanziamenti per la prosecuzione del programma #scuolebelle: 110 milioni di euro in 2 anni per interventi di piccola manutenzione, decoro e ripristino funzionale degli edifici.

“Siamo contrari alla prosecuzione del filone di interventi #scuolebelle, ritenendoli interventi che nulla hanno a che fare con la sicurezza delle scuole ma solo con la piccola manutenzione che dovrebbe essere ordinaria e periodica. Scuole belle, anche alla luce del monitoraggio effettuato da Cittadinanzattiva lo scorso settembre su un campione di scuole, si è rivelata più un’operazione di facciata e quindi un inutile spreco anche per le modalità approssimate ed inadeguate con cui sono stati realizzati in molti casi gli interventi”. 

Redazione

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