Nella puntata di ieri, 22 ottobre, del programma di Rai2 “La Fisica dell’Amore“, il docente di fisica Vincenzo Schettini, volto del progetto editoriale “La Fisica Che Ci Piace“, ha avuto, tra gli ospiti, la scrittrice Sveva Casati Modignani, il campione di nuoto Filippo Magnini e la cantante e attrice Clara Soccini.
I tre hanno raccontato esperienze relative ai loro anni di scuola. Ecco le parole di Magnini: “Se guardiamo ai voti ero uno studente bravo. Non ho avuto mai materie da recuperare. Non ero molto studioso, avevo molte altre cose da fare. Ma avevo una bella materia fotografica, la parlantina mi ha aiutato”.
La scrittrice milanese ha invece dichiarato: “Ero studiosa ma ribelle. Avevo senso del dovere ma se qualcosa non mi convinceva lo dicevo. Ho rifiutato di portare il grembiule nero, che all’epoca si portava anche al liceo. Sono stata l’unica a rifiutare di indossarlo. Ho avuto l’imprinting della guerra, per me era normale”.
La cantante Clara, classe 1999, ha lodato i suoi insegnanti: “Devo tantissimo alle mie docenti delle superiori. Ho iniziato a lavorare a sedici anni e magari avevo paura che i professori potessero prenderla male e invece mi sono stati molto vicino e mi hanno supportata tanto. Ho fatto il liceo linguistico, amavo studiare alcune materie e non me ne piacevano altre, tipo la matematica e la fisica”, ha detto con ironia, trovandosi davanti al docente di fisica. “Ho iniziato a lavorare a Milano mentre andavo a scuola a Varese e mi è andata bene”, ha aggiunto.
“Ero molto ribelle, durante i dibattiti con i professori non stavo al mio posto e credo che sia giusto. Dire la verità è sempre giusto, con i giusti modi. Non ho avuto sempre i giusti modi a scuola ma questa è un’altra storia”. Poi ha concluso parlando di salute mentale: “Penso che nella crescita sia molto difficile conoscersi e ammettersi. Il primo step è l’accettazione delle insicurezze. Io faccio molta fatica ad aprirmi. Parlarne con qualcuno può aiutare”.
A volte i ragazzi che lavorano già prima del diploma si lamentano perché non trovano, a scuola, docenti e dirigenti che riescano a capire le loro esigenze. Non è questo il caso di Clara e nemmeno del campione, oro olimpico a Parigi 2024 nei 100 metri rana Nicolò “Tete” Martinenghi.
“È stato essenziale avere una struttura e degli insegnanti capaci di capire le mie esigenze di sportivo, senza però mai rinunciare a nulla nello studio – aveva spiegato tempo fa, come riporta Virgilio -. Qui ho vissuto gli anni più belli e spensierati, ma anche i più importanti per diventare quello che sono. Ho trovato gli amici veri, che porterò con me per tutta la vita, perché in aula si creano legami indissolubili”.
“La sveglia era puntata alle 5.30 perché un’ora dopo mi tuffavo in vasca ad allenarmi, quindi venivo a lezione e nel pomeriggio riprendevo con il nuoto. Era una faticaccia, ma l’ho sempre fatto volentieri, perché praticare sport è quello che ho sempre voluto”, questa la sua routine.
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