Per come è strutturata, la flipped classroom (classe capovolta) facilita l’insegnamento e l’apprendimento personalizzati, risulta un metodo efficace per responsabilizzare gli alunni e sviluppare in loro l’autonomia necessaria per gestire al meglio tempi, strumenti e strategie di apprendimento.
La videolezione sostituisce la spiegazione e si guarda a casa, mentre a scuola – dove gli alunni arrivano già preparati sui contenuti che hanno imparato dal video – si svolgono esercitazioni, discussioni, lavori cooperativi, compiti autentici.
A tal riguardo si riportano le parole di Tullio Di Mauro in un suo articolo pubblicato su Internazionale:
“In molti paesi una sacra trinità ha presieduto da secoli alla vita della scuola: 1) silente ascolto in classe della lezione dell’insegnante che tra cattedra e lavagna racconta quel che nel libro è già scritto; 2) a casa studio (del libro) ed esercizi di applicazione dello studio; 3) di nuovo in classe, interrogazioni “alla cattedra” per verificare lo studio del libro. Qua e là ci sono stati sempre insegnanti divergenti: l’insegnante “che non interroga mai”, perché in realtà interroga sempre, gira tra i banchi, costruisce passo dopo passo (“perde tempo”) comprensione e apprendimento degli studenti parlando con loro e annotando come interagiscono con lui e con lo studio; oppure insegnanti che, come faceva Mario Lodi, capovolgono la cattedra e, poggiata contro un muro, la usano come stia per far vedere come nascono e vivono i pulcini.
Se si costruiscono e offrono agli studenti buoni video didattici da vedersi a casa quando vogliono, il tempo classe può essere dedicato interamente alla discussione e all’apprendimento attivo”.
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