Il dirigente scolastico fa bene a rifiutare nuovi alunni nell’unica classe del paese, perché per tutelare un giovane disabile non si possono superare i 20 iscritti?
La risposta definitiva potrebbe darla il tribunale. Perché se, come probabile, il dirigente manterrà la posizione, è proprio dal giudice che i genitori di un alunno rifiutato vogliono recarsi.
La vicenda, raccontata dalla Nazione, si svolge in un istituto secondario di primo grado di Villafranca Lunigiana, in provincia di Massa Carrara: di fronte alla richiesta della famiglia di un undicenne, per l’iscrizione alla prima classe della media “Baracchini”, il preside avrebbe replicato facendo presente che non è possibile andare oltre l’attuale quota di alunni, che è di 20.
Del resto, in presenza di un alunno con grave disabilità, l’articolo 11 del Dpr n. 89/09 parla chiaro: “le classi iniziali delle scuole ed istituti di ogni ordine e grado (…) che accolgono alunni con disabilità sono costituite, di norma, con non più di 20 alunni”.
La famiglia del giovane, però, non si arrende: a colloquio con l’Ansa, la madre dell’undicenne ha fatto già sapere che lunedì 19 settembre si presenterà a scuola con tanto di avvocato e diffida.
“Mio figlio deve andare a scuola, è la scuola dell’obbligo e io sto facendo quello che devo fare – spiega la mamma del bambino -. Su questa storia voglio andare fino in fondo. Dopo averlo iscritto regolarmente all’unica scuola media pubblica del paese, alcuni giorni dopo abbiamo ricevuto una comunicazione dalla scuola che ci spiegava che mio figlio non avrebbe potuto prendere parte alle lezioni”.
“Il preside – continua la madre dell’alunno – neppure ci ha voluto parlare quando ci siamo recati da lui. Alla fine, mio marito è stato fuori ad aspettarlo per ore e lui, non potendolo mandar via, s’è giustificato con il problema del numero di alunni in classe e con questioni di bilancio della scuola”.
Accade anche questo nei nostri istituti. Eravamo abituati alle proteste delle famiglie degli alunni disabili, perché rifiutati o collocati in grupp-classe ben oltre il limite di 20 alunni, che in caso di disabilità lieve diventa di 25. Ora, invece, ad opporsi alla decisione della scuola è la famiglia di un alunno normodotato.
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