Vorrei segnalare le ambiguità riscontrate da molti colleghi in merito alla classe di concorso A052 – Materie letterarie, latino e greco nel liceo classico.
Quesito 5: “Quale dei seguenti versi è un settenario?” Si dà per buona la risposta “Tu dalle stanche ceneri”, in base alla definizione di settenario quale verso in cui l’ultima sillaba tonica sia la sesta e in cui la posizione di uno o due accenti interni prima dell’ultimo sia del tutto libera.
Ma osservando attentamente gli altri versi ritengo che anche la risposta B sia esatta: “Ci levò l’incomodo”, in quanto l’accento sulla quinta sillaba si può considerare eccezionale. In merito a ciò si può considerare l’esempio:
– “o d’oro e d’on*o*r brame” (Parini, “La vita rustica”, 2).
Quesito 48: “La distinzione tra αἰτία e πρόφασις appartiene alla riflessione storiografica di”: si dà per buona la risposta “Polibio”, che è corretta, ma anche la risposta D “Tucidide” è ASSOLUTAMENTE CORRETTA, come si può facilmente constatare direttamente dalle “Storie” di Tucidide, I.23.5-6, dove si legge: “5. Riguardo alle ragioni di questa rottura, ho descritto in primo luogo le cause (αἰτίας) e i motivi di dissenso, per evitare che qualcuno un giorno debba ricercare da che cosa abbia avuto origine per i Greci, una guerra così grave. 6. Ritengo, infatti, che la causa più vera (ἀληθεστάτην πρόφασιν), ma anche la meno evidente nelle dichiarazioni sia questa….”. (Trad. Michelazzo – Pieri, “I Classici Greci”, pp. 478-479).
Qualsiasi libro di letteratura greca, inoltre, parlando di Tucidide, riporta questa distinzione tra αἰτία e πρόφασις. In “La civiltà della Grecia antica” di Luigi Barbero, ad esempio, a pag. 470-471 si legge: “Tra tutte le cause è “Tra tutte le cause è possibile distinguere una gradazione, individuandone alcune come secondarie, di scarso rilievo, e altre come importanti; di norma queste sono le più lontane nel tempo e nascoste, quelle immediate ed evidenti. C’è anche una causa che costituisce “la ragione più vera”, la spiegazione di tutto. Tucidide chiama le prime αἰτίαι, mentre a quest’ultima dà il nome di πρόφασις ἀληθεστάτη.
PERTANTO SIA POLIBIO CHE TUCIDIDE FANNO QUESTA DISTINZIONE, TUCIDIDE PER GIUNTA VIVE ALCUNI SECOLI PRIMA, PER CUI E’ POLIBIO CHE SI RIFA’ A TUCIDIDE!!!!
INOLTRE MOLTI QUESITI DEL BRANO SONO SCORRETTI O AMBIGUI, ALCUNI DEI QUALI RISULTANO TALI DA NON POTER ESIGERE UNA RISPOSTA UNIVOCA, COME SI PUO’ NOTARE DA QUANTO SEGUE:
Quesito 54: “Con l’espressione l’uomo (riga 16) ci si riferisce”: si dà per buona la risposta “all’uomo grasso sul ponte”, ma non c’è niente che si riferisca all’uomo grasso sul ponte nel periodo che comprende la riga 16, anzi, in esso si parla del “quesito del carrello” (quindi si fa riferimento all’uomo fermo sul binario sul quale si potrebbe dirottare il carrello –> risposta B) e se anche ci si riferisse al periodo precedente, si può notare si può notare che in esso si fa riferimento sia “all’uomo fermo sul binario sul quale si potrebbe dirottare il carrello” (risposta B), sia “all’uomo grasso sul ponte” (risposta A), infatti si dice: “Anche se il calcolo utilitaristico è lo stesso, la distanza fisica ed emotiva dall’omicidio fa preferire la scelta di abbassare la leva rispetto a quella di spingere materialmente l’uomo. Da uno studio pubblicato il mese scorso sulla rivista PlosOne emerge, però, che la lingua in cui viene posto il dilemma può alterare la risposta. In particolare, se il quesito del carrello viene formulato in una lingua straniera aumenta la propensione a sacrificare l’uomo per il bene degli altri”.
LA RISPOSTA AL QUESITO IN ESAME PERTANTO NON PUO’ ESSERE RIFERITA IN MODO UNIVOCO ED INCONTROVERTIBILE ALLA RISPOSTA “A”, MA AMMETTE ANCHE LA RISPOSTA “C”.
Quesito 55: “Stando a quanto dichiarato nel testo, l’esperimento condotto da Costa ha coinvolto persone che parlavano”: si dà per buona la risposta “due lingue tra cui, generalmente, l’inglese”, quando invece nel brano alle righe 16-18 si legge chiaramente: “Albert Costa e i suoi colleghi dell’Universitat Pompeu Fabra di Barcellona hanno intervistato 317 persone che parlavano due lingue, in genere inglese più un’altra tra spagnolo, coreano e francese.
Si evince chiaramente che LA RISPOSTA PIU’ CORRETTA E’ DUNQUE LA D: “generalmente l’inglese come madrelingua più un’altra lingua tra spagnolo, coreano e francese”.
Quesito 56: “Le persone che hanno partecipato all’esperimento”: si dà per buona la risposta: “per metà venivano interrogate nella propria lingua madre e per metà nella lingua straniera conosciuta”, quando invece il brano non dice la lingua in cui le persone venivano interrogate, bensì la lingua in cui hanno risposto, come si legge chiaramente nel brano alle quando invece il brano non dice la lingua in cui le persone venivano interrogate, bensì la lingua in cui hanno risposto, come si legge chiaramente nel brano alle righe 18-19: “Per ogni gruppo, metà dei componenti ha risposto nella lingua madre, mentre l’altra metà nella seconda lingua”.
NON VI E’ DUNQUE PERTINENZA TRA LA DOMANDA E LA RISPOSTA.
Se proprio si vuole individuare una risposta corretta a tale quesito, questa sarebbe più plausibilmente da ricercarsi nella risposta D: “erano interrogate tutte solo nella lingua straniera conosciuta”, in quanto alle righe 13-16 sta scritto: “Da uno studio pubblicato il mese scorso sulla rivista PlosOne emerge, però, che la lingua in cui viene posto il dilemma può alterare la risposta. In particolare, se il quesito del carrello viene formulato in una lingua straniera aumenta la propensione a sacrificare l’uomo per il bene degli altri”.
Quesito 60: “Quale di queste affermazioni non è contenuta nel testo o non è derivabile da quanto si afferma nel testo?”: si dà per buona la risposta “Lo studio dimostra che la propensione al comportamento etico è indipendente dalla cultura di origine”, ma alle righe 22-24 si legge: “I linguisti si sono chiesti se ogni lingua codifichi i principi etici a modo suo, il che potrebbe spiegare il risultato, ma l’effetto si è ripresentato con ogni combinazione linguistica esaminata, per cui la cultura d’origine non sembra fornire una spiegazione”.
E’ CHIARO CHE IL FATTO CHE “LA PROPENSIONE AL COMPORTAMENTO ETICO E’ INDIPENDENTE DALLA CULTURA DI ORIGINE” E’ UN’INFORMAZIONE CHE SI RICAVA DAL TESTO, COME LE ALTRE 3 PRESENTI, PERTANTO IL QUESITO NON AMMETTE NESSUNA RISPOSTA CORRETTA TRA LE QUATTRO PRESENTI, POICHE’ TUTTE E QUATTRO SONO RICAVABILI DAL TESTO!!!
ALTRE DOMANDE
38)*Non mi risulta che il verbo ἵστημι nella coniugazione dell’aoristo abbia una doppia forma, mentre mi risulta vero per il verbo ἵημι:
1a sing. attivo ἧ-κα
1a sing. medio εἵ-μην
1a sing. passivo εἵ-θην
50) Premesso che per raddoppiamento attico (impropriamente detto così) si intende il ripetersi, in alcuni verbi comincianti con le vocali α (breve), ε, ο della vocale e della consonante iniziale allungando la radicale, anche
alcuni aoristi presentano il raddoppiamento attico e prendono all’indicativo anche l’aumento: uno di questi è ἄγω (aoristo ἤγαγον) , presente fra le risposte considerate sbagliate.
49) A mio avviso la domanda non ammette un’unica risposta: il participio concorda con il soggetto e quindi non sarebbe errato affermare che è congiunto.
35) ) L’esatta traduzione di “pluribus” non è “altre persone” ma “molte persone”