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Classe contro una compagna, “ammazzati, tanto non se ne accorge nessuno”. Studenti indagati per stalking e istigazione al suicidio

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Ancora una volta si parla di bullismo e cyberbullismo tra compagni di scuola, il branco contro una persona. Questa volta è il caso di una studentessa di 14 anni che è vittima di continui attacchi di odio da parte dei suoi compagni di classe di una scuola secondaria di primo grado in provincia di Latina.

Tutto è iniziato quando tra la ragazza e alcuni compagni sono partiti degli screzi. Successivamente c’è stata una vera e propria coalizzazione contro di lei che è continuata per tre mesi: i compagni hanno creato un gruppo segreto della classe, escludendola e usandolo come base per poter organizzare gli attacchi alla studentessa. All’interno c’era un regolamento in cui ognuno, ogni giorno, doveva fare qualcosa contro la vittima. Alcuni compagni se ne sono tirati fuori, uscendo dal gruppo e, in seguito, raccontando tutto alla compagna.

Tra i vari atti di bullismo, offese sui social o via messaggio privato, ma anche umiliazioni in pubblico, fino a sfociare in messaggi orrendi, come “ammazzati subito, tanto non se ne accorge nessuno” o un altro ancora “Lei come l’Ebola, lei che è da evitare come una malattia, deve togliersi di mezzo. Si dovrebbe suicidare”. A questi messaggi si accostavano anche delle challenge vere e proprie, come riporta Open. Una di queste era “lo strusciamento senza toccare” così descritto: “Passatele accanto, senza toccarla. Se lei vi sfiora vi infettate e chi si contagia esce dal gruppo”.

La studentessa ha reagito come poteva, all’inizio provando a non considerarli, arrivando in ritardo a scuola e non scambiando minuti di pausa con loro, poi si è confidata con la madre che si è immediatamente attivata per denunciare il tutto. Come riportato da Repubblica, gli agenti della polizia postale hanno preso in carico gli screenshot della chat del gruppo whatsapp, chiamato Anti-Ebola, e hanno avviato degli accertamenti su 15 minorenni. Ad occuparsi dell’indagine è la Procura dei Minori e il Centro Antiviolenza minorile di Latina. L’indagine è per stalking e incitazione al suicidio.

La segnalazione è arrivata anche alla scuola che ha avviato delle indagini interne che potrebbero portare a una sospensione. Monica Sansoni, garante per l’adolescenza nel Lazio, ha avuto un colloquio con la studentessa-vittima. A scuola, inoltre, sono previsti altri tre incontri per parlare con tutti gli studenti della gravità dell’accaduto.

Bullismo e cyberbullismo: i cinque consigli dello psicologo per chi ne è vittima e per i genitori

Secondo l’Osservatorio “Bullismo e Cyberbullismo” su un campione di ragazzi tra gli 11 e i 19 anni, 1 adolescente su 5 è stato vittima negli ultimi tre mesi. Cosa fare allora per fronteggiare questi episodi? A dare 5 consigli utili è Giuseppe Lavenia, psicologo, psicoterapeuta e presidente dell’Associazione Nazionale Di.Te. (Associazione Nazionale Dipendenze Tecnologiche, Gap e Cyberbullismo) in un decalogo che rientra nelle azioni di RispettAMI in collaborazione con la startup sociale MaBasta (Movimento Anti Bullismo Animato da Studenti Adolescenti):

  1. Non fare finta che vada tutto bene: il bullismo può generare vergogna o paura di turbare i propri genitori. Ma tenersi tutto dentro può solo peggiorare le cose. “Non è facile ma la rinascita inizia nel momento in cui si ammette di aver bisogno d’aiuto” spiega Lavenia.
  2. Non isolarti: “questa reazione può aumentare il senso di solitudine e renderti ancora più fragile. Invece l’unione fa la forza. Aprirsi a persone esterne alla situazione dolorosa che stai vivendo può aiutare a capire che non dappertutto si incontra la preotenza”.
  3. Non cedere alle provocazioni: “Farsi giustizia da soli non dà la sicurezza di uscire dalle dinamiche di bullismo, che invece possono anche peggiorare. La migliore soluzione è sempre riuscire a comunicare e mediare, con l’aiuto di un esperto o un adulto: un professore, un dirigente scolastico, i genitori”.
  4. Anche il bullismo online è reale: “Il fatto di non avere segni sulla pelle non fa una vittima meno vittima, e per nessun motivo si deve ritenere responsabile di ciò che le sta capitando”. Anche qui puoi dire basta rivolgendoti a un adulto di cui ti fidi o un esperto.
  5. Occhio a ciò che condividi online: “le tue foto private, i tuoi pensieri più intimi, le situazioni che ti imbarazzano, tienile per te e per la tua cerchia ristretta di amici.

I consigli per i genitori

Non solo i ragazzi, ma anche i genitori hanno certamente bisogno di consigli per capire come muoversi quando i propri figli sono vittime di episodi di bullismo e cyberbullismo:

  1. La vittima è tuo figlio? Attenzione ai segnali: “Se ci si accorge che un figlio è triste, irritabile, solitario, bisogna cercare di tenere sempre le antenne pronte a captare i segnali ed ascoltare. Se riesci ad ottenere una confidenza, questo sarà il primo passo per provare ad uscirne assieme. Quando il problema è acclarato e si verifica in ambito scolastico, il primo passo è parlarne con il dirigente scolastico o con il docente referente” spiega Lavenia.
  2. Parola d’ordine: accoglienza. La confidenza è un importante atto di fiducia che non va in nessun modo sottovalutato. “Metti da parte il rimprovero, il giudizio e prova ad essere il porto sicuro cui tuo figlio può ancorarsi quando sta male”.
  3. Tutela i ragazzi dai rischi della Rete: Cerca di essere attento al mondo digitale che cambia, parlane coi tuoi figli e scopri con loro ciò che di buono c’è e aiutali a capire a che cosa stare attenti.
  4. Genitori, non abbiate paura a chiedere: “l’identità di un adolescente è estesa anche al mondo digitale. Prova a condividere anche pezzi di vita online con i tuoi figli e chiedi loro cosa piace fare in rete, come va nelle chat, con chi si sentono, cosa scrollano, chi seguono”.
  5. Anche i genitori possono aver bisogno di aiuto: episodi di bullismo e cyberbullismo possono avere gravi ripercussioni sulla vita di un adolescente e sul suo benessere mentale. Questo dolore coinvolge anche i genitori di una vittima o in generale i componenti del nucleo familiare. “in generale è consigliabile rivolgersi a un professionista, a un’associazione o a un esperto che sappia supportare tutti i membri di una famiglia”