Categorie: Attualità

Classi affollate? Andiamo in chiesa

Se le classi non consentono le distanze di sicurezza dopo le aperture della scuole, un’ipotesi potrebbe essere quella di chiedere alle chiese di ospitare alunni e docenti.

L’idea è venuta a qualcuno del governo danese che, come abbiamo pubblicato, ha deciso di aprire le scuole, tenendo in scarsa considerazione il fatto che  le assicurazioni sul rischio zero contagio non esiste, né è possibile, pur nella migliore edilizia scolastica, rispettare le distanze di almeno due metri tra i ragazzi per garantirne la sicurezza.

L’idea della chiesa

In altre parole il governo danese si è messo in un bel guaio, visibile attraverso le immagini di bambini abbastanza impauriti, rigidamente seduti dietro banchi distanziati fra di loro due metri, ma sempre insufficienti a contenere il bisogno di giocare, stare vicini, toccarsi come quella età pretende. Come sono troppo insufficienti le scuole con caratteristiche idonee ad assicurare i fatidici due metri di distanza fra un banco e un altro. E allora ecco l’idea: rivolgersi al grande cuore della chiesa.

E i presidi delle scuole danesi stanno cercando di praticare proprio questa via,  e chiedendo alle vicine chiese la disponibilità a ospitare alcune classi o trasferendo alcune lezioni nei cortili esterni. In ogni caso a costo zero, possibilmente, o con qualche contributo per le pulizie e il consumo di luce elettrica.

Le nostre chiese e la loro tutela

Come idea tuttavia non sembra peregrina e se venisse applicata in Italia potrebbe salvare tante lezioni in presenza, sperando che, alla minima distrazione del docente, gli stucchi artistici e i dipinti e gli affreschi delle nostre chiese  non vengano bullizzati dalle immancabili  scritte.

Pasquale Almirante

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