Si discute tanto di mancata inclusione e di non sempre adeguata integrazione degli alunni disabili. Ci sono però delle realtà già esistenti che meritano attenzione. Una di queste è senz’altro l’Istituto statale di istruzione specializzata per sordi “Antonio Magarotto”: in questa scuola alunni sordi e udenti si “mischiano” e aiutano reciprocamente, andando a creare un livello di inclusività altissimo con i ragazzi normodotati “chiamati” ad entrare nel mondo delle persone sorde.
Il numero esiguo di alunni per classe, non più di 10-15 alunni, un terzo dei quali sordi, consente di attuare quell’individualizzazione e personalizzazione dei percorsi che in raggruppamenti più numerosi, come le decine di migliaia di classi dove sono presenti dai 25 allievi in su, risultano impossibili da attuale.
Nelle sedi di Roma del Magarotto (dove è collocata la dirigenza e vi sono corsi di Infanzia, Primaria, Medie e Superiori), Padova e Torino (quest’ultimi solo Superiori), non vi sono docenti di sostegno aggiuntivi a quello di disciplina. Il motivo è semplice: gli insegnanti curricolari sono anche specializzati nella Lis o nel Sostegno ai disabili.
Maestri e docenti, però, non sono soli: con loro in aula, durante le lezioni, sono presenti anche gli assistenti alla comunicazione: sono dei facilitatori dell’apprendimento ed ogni anno vengono assunti attraverso bandi regionali.
Dal racconto della preside emerge uno “spaccato” scolastico di vera integrazione, con gli alunni udenti giudicati anche in base a quanto sono disposti ad accogliere e interagire in modo proficuo con i compagni sordi: una realtà molto distante dalle scuole speciali, abbandonate ormai da quasi 50 anni.
Al Magarotto, infatti, cade ogni forma di tabù rispetto all’accettazione dell’altro da sé.
La Tecnica della Scuola ha realizzato video-intervista, con Isabella Pinto, dirigente scolastica dell’Istituto statale di istruzione specializzata per sordi “Antonio Magarotto”, per comprendere qual è l’organizzazione di questo particolare istituto scolastico statale.
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