Con le nuove classi di concorso i precari rischiano di non poter più lavorare, perché il nuovo regolamento varato dal governo non tiene conto dei diritti dei docenti precari inseriti nelle graduatorie a esaurimento.
Lo scrive Italia Oggi che riporta quanto ha stabilito il Consiglio di stato, con un parere emesso il 22 ottobre scorso (numero affare 01370/2015, parere 02930/2015).
Se il provvedimento non vincola il governo, tuttavia il giudice amministrativo ha il potere di annullare i decreti in sede giurisdizionale, per cui qualora l’esecutivo non darà ascolto al Consiglio di stato, il destino del decreto è già segnato.
Le sentenze di annullamento che vengono emesse dal Tar Lazio (e in via definitiva dal Consiglio di stato) sui decreti hanno il potere di travolgere l’atto impugnato. L’effetto è quello di ingenerare un vuoto normativo, che il governo è tenuto a riempiere emanando un nuovo decreto, attenendosi strettamente ai comandi del Tar.
La sezione consultiva ha fatto rilevare come l’attuale formulazione dello schema di regolamento non sembri adeguatamente garantire la salvaguardia delle posizioni e dei titoli acquisiti per effetto dei percorsi normativi sino ad ora in vigore, né di conseguenza le posizioni degli insegnanti attualmente inseriti nelle graduatorie.
Secondo i giudici di palazzo Spada, precisa Italia Oggi, la previsione, indicata dall’amministrazione, della possibilità da parte dei docenti accorpati di poter insegnare nella nuova classe di concorso non sarebbe sufficiente ad assicurare tale salvaguardia. Idem per quanto riguarda la possibilità di partecipare alle prossime procedure concorsuali.
Perché nel provvedimento non si fa cenno di quale sorte subiranno le posizioni dei docenti già inseriti nelle graduatorie valide al momento della entrata in vigore del regolamento. Per questi motivi, dunque, il collegio ha evidenziato la necessità che, sotto tale profilo, l’amministrazione integri il provvedimento nei termini più appropriati al raggiungimento dell’obiettivo indicato.
Lo schema di regolamento varato dal governo è basato, essenzialmente, sul principio di fungibilità delle classi affini. In altre parole la ratio del provvedimento è quella di consentire ai docenti e, dunque, anche ai dirigenti scolastici in sede di assegnazione delle classi, di potersi giovare nella mobilità di una rosa di possibilità più ampia rispetto a quella attuale. Tra le novità del provvedimento, c’è anche quella della introduzione delle classi di concorso nel liceo musicale.
Tale previsione consentirà all’amministrazione di indire le selezioni concorsuali per il reclutamento a tempo indeterminato anche dei docenti dei licei musicali e coreutici
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