Categorie: Politica scolastica

Classi di concorso e programmi di esame, siamo al solito caos!

Rischia di diventare un provvedimento fragile e facilmente impugnabile la riforma delle classi di concorso in esame alle Commissioni parlamentari dopo un iter durato sette anni e decina di bozze formulate.

Tutto nasce dal fatto che per bandire il concorso è necessario avere un certo numero di posti per ogni classe di concorso e, nella scuola secondaria di II grado, per alcune discipline riguardanti, ad esempio, i licei musicali e coreutici, tali classi di concorso ancora non esistono.

E’ necessario, dunque, formularle ex novo. Ma, anziché seguire la strada, forse più semplice, di un provvedimento ad hoc che riguardasse solo alcune classi musicali ed artistiche, si è preferito optare per un rifacimento globale delle classi, al quale diverse commissioni ministeriali hanno lavorato negli scorsi anni. 

Così, nonostante i rilievi formulati sul testo da parte del Consiglio di Stato il 22 ottobre, il Ministero dell’istruzione ha deciso di inviare alle Commissioni parlamentari il nuovo regolamento (formulato tre mesi addietro) per il prescritto parere. 

Il tutto sta avvenendo in tempi strettissimi: l’iter parlamentare è già partito ed entro il 20 novembre, la bozza (che riduce il totale di una cinquantina le attuali 168 classi di concorso) dovrebbe probabilmente essere infatti “licenziata” dalle Commissioni Cultura. In modo da permettere al Consiglio dei Ministri di approvare la tabella definitiva prima del 1° dicembre, termine ultimo per bandire il nuovo “concorsone” per il quale si attendono circa 190mila candidati.

Ricordiamo, comunque, che il parere delle Commissioni parlamentari non è vincolante per il Miur.

A questo punto sorge una domanda che abbiamo già inviato ai componenti e alla presidente della VII Commissione della Camera: a cosa serve la formulazione di un documento così importante e riformatore in tempi molto brevi, se, in ogni caso, coloro che potranno partecipare al concorso saranno in possesso di un’abilitazione conseguita con le vecchie classi di concorso?

Mi spiego con un esempio: viene introdotta la nuova classi di concorso A-63 –Tecnologie musicali.

Per potervi accedere sono stati previsti tutta una serie di titoli conseguiti presso i Conservatori di Musica, ma coloro che sono in possesso di tali titoli non hanno ancora un’abilitazione per il semplice motivo che NON ERA ANCORA STATA ISTITUITA e dunque non potranno partecipare al concorso.

Ma, chi potrà partecipare al bando per tale disciplina? I possessori di vecchie abilitazioni che vengono considerate ancora valide.

E, allora perché non rinviare l’approvazione di un documento di importanza fondamentale successivamente all’emanazione del bando? Oppure fare solo un intervento specifico?

C’è un altro grosso ed importante problema: i PROGRAMMI DI ESAME.

Abbiamo saputo che dall’inizio del mese (dunque, da solo una settimana) è stata istutita una commissione tecnico-scientifica che sta scrivendo i nuovi programmi di esame per le nuove classi di concorso.

IL TEMPO A DISPOSIZIONE? Ancora 15 giorni. 

E’ facile immaginare cosa verrà fuori: il solito vecchio CAOS che darà luogo a ciò che negli ultimi anni la fa da padrona nella scuola, il RICORSIFICIO!

 

 

DOCUMENTI ALLEGATI

Schema di decreto del Presidente della Repubblica concernente regolamento recante disposizioni per la razionalizzazione ed accorpamento delle classi di concorso cattedre e a posti di insegnamento

Pareri del Consiglio di Stato e della Conferenza unificata

Relazione illustrativa, relazione tecnica

 

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Daniela Girgenti

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