Via libera definitivo ieri sera da parte del Consiglio dei Ministri al Regolamento di revisione delle classi di concorso che vengono rese coerenti con gli indirizzi di studio della riforma delle superiori avviata nel 2010 e adeguate ai titoli universitari dell’attuale ordinamento.
“Aggiornamento, innovazione e semplificazione sono al centro del nuovo Regolamento di revisione. Il via libera di ieri rappresenta il passo decisivo verso il nuovo bando di concorso per l’assunzione di 63.712 insegnanti”, ha dichiarato il Ministro Stefania Giannini.
Le classi di concorso, attraverso un codice alfanumerico, indicano l’insieme di materie che possono essere insegnate da un docente. Ogni classe prevede specifici titoli di accesso ai percorsi abilitanti.
Con il nuovo Regolamento vengono accorpate e semplificate quelle esistenti che passano da 168 a 116. Vengono introdotte 11 nuove classi per l’insegnamento nella scuola secondaria di I e II grado, fra cui la classe A-23, Lingua italiana per discenti di lingua straniera, e alcune classi relative a nuovi indirizzi della scuola di II grado, come quello musicale e coreutico. Vengono introdotte 2 nuove classi di concorso che riguardano posti di insegnante di materie tecnico-pratiche.
Con l’adeguamento delle classi di concorso ai nuovi ordinamenti universitari, alcune categorie di laureati finora escluse dall’insegnamento di materie coerenti con il loro piano di studi potranno accedere agli specifici percorsi abilitanti. I laureati in Scienze politiche, ad esempio, potranno insegnare discipline giuridiche ed economiche; gli ingegneri, matematica e scienze alle scuole secondarie di I grado. La revisione della classi di concorso era prevista da una norma del 2008, ma non era mai stata portata a compimento. Le vecchie classi risalgono al 1999.
L’iter ha previsto il passaggio in Conferenza Unificata, al Consiglio di Stato e nelle Commissioni parlamentari. Prima della definitiva approvazione in Consiglio dei Ministri, il Regolamento ha recepito le indicazioni del Consiglio di Stato e del Parlamento. L’approvazione del regolamento consente ora di bandire il nuovo concorso.