Il Miur è disponibile alla modifica del regolamento sulle nuove classi di concorso. Il decreto approvato lo scorso febbraio (D.P.R del 14 febbraio pubblicato sulla G.U. del 22 febbraio) ha suscitato non poche perplessità per via delle numerose sviste, errate dizioni e criticità segnate da sindacati e singoli docenti.
Il provvedimento era nato per ridurre ed accorpare quelle esistenti, renderle coerenti con i percorsi di studio previsti dal recente riordino della scuola secondaria di I e II grado e fornire il nuovo quadro di riferimento per l’attivazione dei percorsi abilitanti. Già nel corso della riunione del 28 dicembre tra rappresentati del ministero e sindacati, così come la Tecnica della Scuola aveva documentato, era comparsa una prima bozza di revisione con la correzione di alcuni errori materiali come i titoli o gli insegnamenti mancanti e i requisiti in contrasto con il pregresso ordinamento.
Ieri, come riporta Italia Oggi, altra riunione tra Miur e organizzazioni sindacali (Cgil, Cisl, Uil, Snals e Gilda). Il Ministero è pronto a correggere errori e omissioni riferite a circa il 50% delle nuove classi. Per farlo sarà necessario un intervento legislativo ad hoc con un apposito decreto, il quale sarà inserito all’interno della delega sul reclutamento (inclusa nella Legge 107/2015).
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La delega, però, riporta sempre il quotidiano, rischia di “arenarsi proprio causa della complessità dei collegamenti tra le vecchie classidi concorso e le nuove”. Per evitare di mandare tutto in fumo è pronto un emendamento parlamentare al Senato inserito nel “Milleproroghe” per allungare la scadenza della delega (così come per le altre previste dalla Buona Scuola).
Si è parlato anche della modifica dei titoli di accesso di alcune classi di concorso del settore artistico e musiciale. Da risolvere anche il problema dell’assenza di una disciplina transitoria che consenta ai possessori dei vecchi titoli di accesso alle classi di concorso di farli valere ai fini dei prossimi concorsi.
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