Arriva il via libera che mancava per la revisione delle classi di concorso, attesa da oltre sei anni: la razionalizzazione prevede decine di accorpamenti di insegnamenti similari.
Il 31 luglio, infatti, il consiglio dei ministri ha dato l’ok preliminare al regolamento che prevede l’accorpamento delle varie tipologie di cattedre e dei relativi posti di insegnamento: in attesa di conoscere i dettagli del regolamento, al momento l’unica certezza è che classi di concorso per l’insegnamento si ridurranno da 168 a 114.
L’argomento è stato affrontata anche dal premier Matteo Renzi, nella conferenza stampa, a seguire il CdM, svolta sempre a Palazzo Chigi: “il Consiglio dei ministri ha fatto un importante esame preliminare sulle classi di concorso per i docenti e i professori, che concretizza l’ulteriore investimento per la classe docente a norma de La buona scuola”.
L’operazione era necessaria, poiché la filosofia della riforma è quella di utilizzare il personale docente, in caso di necessità o di sovrannumero, anche privo di abilitazione (comma 79). Rendere intercambiabile il personale, all’occorrenza, su discipline affini diventa un’ulteriore assist a favore dei dirigenti scolastici per coprire i posti vacanti. Il prezzo da pagare però non è lieve: in non pochi casi, infatti, i docenti utilizzati su disciplini affini alla propria non conoscono a dovere la disciplina.
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Ma i nuovi tipi di “cattedre” serviranno anche in chiave reclutamento. “Le classi di concorso – fa sapere il Miur – indicano, attraverso un codice alfanumerico, l’insieme di materie che possono essere insegnate da un docente. Ogni classe prevede specifici titoli di accesso ai percorsi abilitanti. Con la revisione avviata oggi, vengono accorpate e semplificate quelle esistenti (che passano da 168 a 114) e ne vengono introdotte 11 nuove per l’insegnamento nella scuola secondaria di I e II grado, fra cui la A-23, Lingua italiana per discenti di lingua straniera, e alcune classi relative a nuovi indirizzi della scuola di secondo grado come quello musicale e coreutico. Vengono anche introdotte 2 nuove classi di concorso che riguardano posti di insegnante di materie tecnico-pratiche”.
“Con l’adeguamento delle classi di concorso ai nuovi ordinamenti universitari – continuano da Viale Trastevere -, alcune categorie di laureati finora escluse dall’insegnamento di materie coerenti con il loro piano di studi potranno accedere agli specifici percorsi abilitanti. Ad esempio i laureati in Scienze politiche potranno insegnare discipline giuridiche ed economiche”.
L’iter del Regolamento prevede ora il passaggio in Conferenza Unificata, al Consiglio di Stato, nelle Commissioni parlamentari e per il via libera definitivo, nuovamente in CdM.
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