Forse a più di qualcuno non è chiaro, ma l’Italia, soprattutto in alcune Regioni meno fortunate, è stata investita dalla quarta ondata di Covid: i casi ufficiali – registrati da Fondazione Gimbe e dell’Alta scuola di economia e management dei sistemi sanitari dell’Università Cattolica – sono in costante aumento per la quinta settimana consecutiva e reparti ospedalieri e terapie intensive hanno ripreso ad operare con un certo affanno per via dell’aumento dei ricoverati.
Le più in sofferenza sono le Regioni del Nord Est. L’incremento dei casi è settimanale, con un +27%, ma rispetto a metà ottobre quello che fa pensare è la media giornaliera più che quadruplicata, con 2.456 contagi lo scorso 15 ottobre e addirittura 9.866 registrati il 23 novembre.
Se si fa un quadro territoriale, tranne la Basilicata, tutte le Regioni hanno fatto registrare casi di Covid-19 in evidente aumento.
Anche le scuole risentono della situazione: sono 902 le classi in quarantena nelle scuole della Lombardia al 21 novembre, con 15.305 alunni e 1.150 operatori posti in isolamento poiché “contatti di caso” positivo.
Si tratta di dati e percentuali quasi triplicate rispetto all’ultimo monitoraggio del 7 novembre quando le classi in quarantena erano 370, pari a 6.681 alunni.
“La nona e la decima settimana di rilevazione (08-21 novembre) mostrano un andamento dei contagi in crescita importante su tutte la fasce d’età, crescita relativamente più modesta nella fascia d’età 14-18 anni (fascia d’età soggetta a vaccinazione anti CoviD-19)”, si legge nel report di monitoraggio della Regione Lombardia, pubblicato dalla Direzione generale Welfare.
In parallelo, “la ripresa dei contagi nelle ultime settimane di osservazione ha determinato un aumento degli alunni posti in quarantena in tutti i gradi di scuola con un impatto meno evidente nella scuola secondaria di secondo grado (popolata da alunni in età vaccinabile)”.
Nel territorio dell’Ats di Milano (che comprende anche Pavia), le classi in quarantena sono 539, con 9.886 alunni e 813 operatori in isolamento.
Anche in Romagna, la situazione è difficile: sono sette i focolai individuati, 149 classi in quarantena (soprattutto della primaria) e una crescita di contagi consistente. Sono i numeri che preoccupano l’Ausl Romagna: Il rischio, come evidenziato nei giorni scorsi anche dal presidente della Regione Stefano Bonaccini, è quello di un ritorno in zona gialla.
Va rilevato che la Romagna è al di sotto della media regionale per popolazione vaccinata. Inoltre ci sono stati ben 241 operatori sanitari che non si sono vaccinati e per questa ragione sono stati sospesi.
Intanto, un’allerta internazionale si registra anche per una nuova variante del virus SarsCoV2, identificata in Sud Africa, con numerose mutazioni che potrebbero teoricamente aumentarne la trasmissibilità e la capacità di eludere i vaccini.
Secondo invece una ricerca del National Institute of Genetics del Giappone, la variante Delta si sarebbe auto estinta nel Paese dopo che diverse mutazioni del virus lo hanno reso incapace di replicarsi. L’Istituto parla di “un’estinzione naturale” del ceppo del coronavirus. Ma non si tratta della fine della pandemia, avverte Giuseppe Novelli, genetista dell’Università di Roma Tor Vergata.
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