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Classi pollaio, cosa dice la normativa attuale

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Si parla spesso di classi cosiddette “pollaio”, ma cosa bisogna fare quando in una scuola si supera il parametro delle 26 alunni e persone per aula, docenti e personale educativo compreso?

Vediamo cosa “dice” la normativa.

Nel caso in cui in un edificio scolastico si superi tale parametro (DM Interno 26.8.92, punto 5.0), è consigliabile:

  • Conservare agli atti (ad esempio all’interno dello stesso DVR) una dichiarazione del diverso affollamento delle aule
  • Garantire sia la presenza di uscite idonee dalle aule, sia una capacità di deflusso delle vie d’esodo adeguata alle situazioni di maggior affollamento (valutando l’affollamento dei piani dell’edificio, definendo adeguati criteri di assegnazione delle aule alle classi e rivedendo, all’occorrenza, le modalità d’allarme e di esodo delle persone dall’edificio)
  • L’aggiornamento periodico della valutazione del rischio incendio (anche in relazione alle eventuali modifiche del carico d’incendio)
  • L’aggiornamento periodico del piano d’emergenza e la sua attuazione mediante esercitazioni antincendio e d’evacuazione

Si ricorda che il D.M. 26 agosto 1992  indica al punto 5.6 comma 3 che “le aule didattiche devono essere servite da una porta ogni 50 persone presenti; le porte devono avere larghezza almeno di 1,20 m ed aprirsi nel senso dell’esodo quando il numero massimo di persone presenti nell’aula sia superiore a 25”.

Il Movimento Cinque Stelle dice no alle classi pollaio

La proposta di legge contro le classi pollaio a prima firma di Lucia Azzolina, deputata del Movimento Cinque Stelle, è già in discussione in commissione cultura della Camera, come riferito in precedenza. Si tratta di un tema molto importante, in quanto il numero di alunni per classe è uno dei problemi maggiormente riferiti.

Per le prime classi non più di 20 alunni se c’è un disabile

La deputata Azzolina, ha spiegato che “nella proposta di legge per superare le cosiddette classi pollaio nelle scuole confermiamo quanto già prevede un decreto del Presidente della Repubblica del 2009: tutte le prime classi delle scuole di ogni ordine e grado non potranno avere più di 20 iscritti se presenti studenti con disabilità”.

Invece, per quanto riguarda gli altri casi, “il tetto massimo è di 22. Questo perché vogliamo che, soprattutto per chi ha più difficoltà, la scuola sia un luogo di inclusione, da vivere nel modo migliore possibile”.

Stop alle classi sovraffollate

Per Azzolina “è importante ribadire questo contenuto della norma in discussione prima che una lettura superficiale del testo conduca a errori o a una cattiva informazione. Ci stiamo impegnando per far in modo che non si verifichino più casi di sovraffollamento nelle classi, che sviliscono il mestiere di insegnante e, soprattutto, riducono gli alunni a meri numeri. Il tempo trascorso in classe è fondamentale per la crescita, la formazione e, quindi, per il futuro dei giovani, per questo vogliamo che sia di qualità”.
“Inoltre”, conclude la deputata del MoVimento 5 Stelle, “riducendo il rapporto insegnante/studente facciamo in modo che i genitori – in particolare quelli con figli disabili – non debbano più rivolgersi ai tribunali per ricreare nella scuola un ambiente più vivibile”.

Verso lo slittamento al 2020/2021?

Ma il tema dovrebbe essere affrontato a partire dall’anno scolastico 2020/21, almeno, questo è quello che ha dichiarato qualche giorno fa l’onorevole Luigi Gallo (M5S), presidente della Commissione alla Camera sulla sua pagina FB.

Gallo ha definito imbarazzante “l’ostilità a discutere la proposta di legge per la riduzione del numero di alunni per classe da parte del PD e di Forza Italia”.

“Per fortuna – sottolinea Gallo – il Movimento 5 Stelle continua a sostenere questa battaglia di civiltà nel nostro Paese per la sicurezza dei ragazzi, per la qualità didattica, per ampliare l’organico delle scuole e rendere più efficace tutto il lavoro nella scuola, che richiede quell’attenzione ad ogni singolo bambino e bambina, ragazzo e ragazza”.

E subito dopo conclude: “Ci sarà tutto il mio impegno a chiedere le risorse necessarie al governo già per il 2020 per dare un segnale straordinario alla scuola. È una battaglia storica che vuole ridare dignità al nostro Paese, è una battaglia che si fa anche in Europa per far uscire dai vincoli di bilancio gli investimenti in istruzione e cultura. Noi in commissione continueremo a difendere il lavoro per cancellare le classi pollaio”.

Il nodo risiede nel fatto che il disegno di legge Azzolina prevede l’avvio della riduzione del rapporto numerico alunni/docenti già a partire dall’anno scolastico 2019/20 con una previsione di spesa di poco di 400 milioni di euro già a partire dal 2019.