Abolizione classi pollaio, finalmente la proposta di legge (prima firmataria l’On. Lucia Azzolina) ha “lasciato il parcheggio”. Le posizioni politiche sono chiare. Il problema sarà “stanare” gli oppositori.
Abolizione classi pollaio, è iniziato l’iter parlamentare
Abolizione classi pollaio, finalmente un segnale di vita. E’ iniziato l’iter parlamentare che dovrebbe concludersi con l’espulsione dal sistema formativo della più significativa entrata a gamba tesa del “finanzcapitalismo” (L. Gallino).
L’impresa non sarà facile! Lo ha dichiarato la stessa Onorevole Azzolina: “Sarà una dura lotta ridurre il numero degli alunni per classe, ma con caparbietà e passione ci proveremo nel corso di questa legislatura. L’avversario è culturale e si basa sulla convinzione che la formazione di qualità non è una priorità per il nostro Paese. E’ un discorso da salotto, confinato nei convegni, corsi di aggiornamento. La totale separazione rispetto a un contesto scolastico complesso (= aula), ci restituiscono un concetto insignificante”.
Tanti sono gli oppositori al ritorno di una scuola democratica
Gli oppositori sono noti: FI, la Lega e il PD. Mentre è comprensibile la posizione dei primi due, espressioni di una destra che ha sempre osteggiato una “scuola per tutti e ognuno”, lascia perplessi l’indifferenza sostanziale del partito definito democratico. Non tanto, poi, se si considera il processo di naturalizzazione del capitalismo finanziario operato dal Pd, sconfessando in questo modo il pensiero dell’idealismo da cui è nato il marxianesimo.
La filosofia della praxis, tanto cara ad A. Gramsci è stata riposta in soffitta, tornando a contemplare il mondo, invece che cambiarlo.
Scriveva A. Gramsci” La fatalità che sembra dominare la storia, non è altro che apparenza illusoria di questa indifferenza, di questo assenteismo” (Odio gli indifferenti).
La prova di questa resa del Pd la ritroviamo nell’accettazione sostanziale delle classi pollaio, espressa dalla strategia del cacciavite (Carrozza, Giannini, Fedeli) rispetto al mostro pedagogico della Riforma Gelmini/Tremonti (2008-09).
Linea confermata dall’introduzione delle classi superpollaio (Legge di Stabilità 2015), decisa dal governo Renzi.
Gli alibi delle opposizioni
Difficilmente si dichiarerà apertamente che la formazione è inutile, non serve. Si giustificherà l’opposizione all’abolizione del sovraffollamento delle classi con l’eccessiva spesa richiesta o con la necessità di ulteriori studi che significa in questo caso riportare la proposta di legge sul “binario morto”.
Le conferme le abbiamo avute due giorni fa con gli interventi della deputata di FI Valentina Aprea e Anna Ascani (Pd) e riportati dalla testata tecnicadellascuola.it
“il provvedimento non ha nessuna speranza di essere approvato, considerato che il suo onere finanziario è molto consistente e che la legge di bilancio appena licenziata dal Parlamento ha previsto consistenti tagli al settore dell’istruzione nel prossimo triennio.”
Interessante la mossa furba della deputata a chiedere l’intervento del Governo e in particolare del Ministro Bussetti, sempre dimostrato tiepido rispetto al problema delle classi pollaio, riducendolo a un problema di cattiva amministrazione delle scuole.
“Prima di entrare nel merito è del tutto pregiudiziale fare chiarezza col Governo in merito alla possibilità di rinvenire fondi per una misura come quella in esame. A tale scopo, chiedo che il Ministro dell’istruzione, o quantomeno il sottosegretario, intervengano ai lavori per fornire alla Commissione chiarimenti sulla effettiva possibilità di reperire le risorse finanziarie necessarie a copertura delle spese comportate da una proposta di legge impegnativa come quella in esame”.
Come scrivevo sopra l’On. Ascani conferma la stessa linea, ma con una tesi diversa.
“Per affrontare l’argomento, sarebbe più utile se la Commissione impiegasse uno strumento diverso, ad esempio una risoluzione per impegnare il Governo a trovare rimedio al problema delle classi sovraffollate: e preferibilmente dopo aver effettuato uno studio di fattibilità preventivo che verifichi l’attuabilità, in termini di risorse non solo
finanziarie ma anche umane e strumentali, della riduzione del numero di alunni
per classe”.
Chiudiamo le scuole?
Quindi il provvedimento ha un costo? Si è scoperta l’acqua calda. Ha scritto D. Bok: “Se pensi che la cultura sia costosa, prova l’ignoranza”
L’abolizione delle classi pollaio costituirà il banco di prova per il Parlamento e quindi per il Paese. Si potrà certificare la “cura” degli adulti verso gli allievi e gli studenti. In grave sofferenza. Il grado di civiltà di un Paese è direttamente proporzionale all’attenzione verso i bambini e i ragazzi. Diversamente come ha affermato l’On. Azzolina “tanto varrà chiudere la scuola pubblica, perché così non serve a nessuno”.
di Gianfranco Scialpi