Uno dei grandi obiettivi del PNRR, come annunciato in conferenza stampa dal ministro Bianchi, è quello del dimensionamento delle scuole. In sostanza si tratta di riequilibrare il numero di studenti, spesso in troppi in alcuni istituti e in pochi in altri. Secondo la Flc Cgil 254mila alunni studiano in classi in deroga alla norma, ovvero dove si è derogato al tetto massimo di presenze in aula. Il numero maggiore (oltre 200mila) arriva dai licei e dagli istituti tecnici e professionali con 7.345 classi (almeno 28 studenti in aula).
Il numero massimo consentito è infatti 27 (con deroga) alle medie, 26 (con deroga a 27) alla primaria e 26 (con deroga a 29) alla materna. Ma è appunto alle superiori la questione maggiore (da 27 a 30 fino a un +10%). Lo ha spiegato Alessandro Rapezzi della Flc-Cgil a ‘Repubblica’: “Non si può andare avanti, basta con le deroghe, rivediamo i tetti, abbiamo scuole in zone dove è necessario avere classi anche con numeri ridottissimi, mentre nei grandi centri metropolitani l’intervento deve essere deciso sui tetti massimi da ridurre”.
Ma si sfora anche nelle classi con presenza di studenti disabili. Da regola non si dovrebbe superare il tetto di 20 alunni nelle classi che accolgono un disabile ma 42.500 classi alla primaria, 41.297 alle medie e 64.622 alle superiori non rispettano la norma. Rapezzi sottolinea come sia prassi consolidata includere due o tre alunni con disabilità nello stesso gruppo-classe.
“Abbassare il numero degli alunni vuol dire creare le migliori condizioni per sperimentare forme di didattica innovativa e partecipativa. Va ridotto il sovraffollamento anche per garantire il necessario distanziamento, anche oltre l’attuale emergenza sanitaria. Classi meno numerose favoriscono un benessere generale e un ambiente più salubre” ha spiegato ancora Rapezzi.
Ma aldilà delle riforme del PNRR, tocca al Parlamento rivedere i parametri (ancora fermi al 2009).