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Classi pollaio, i tecnici e l’insegnante

Classi pollaio, un bel confronto. Da una parte i tecnici, dall’altra l’insegnante. La razionalità tecnica vs. il cuore. La prima ha contribuito alla morte dell’uomo. E quindi alla “scomparsa del bambino e del ragazzo”

Classi pollaio, un bel confronto

Classi pollaio. Molto ho scritto su questa iattura, voluta dal duo Gelmini/Tremonti (2008).
L’altro giorno è iniziata la discussione sulla Proposta di legge, finalizzata all’abolizione delle classi pollaio. Subito chiare le posizioni. Da una parte gli Onorevoli  V. Aprea (FI) e A. Ascani (Pd) e dall’altra l’insegnante-Onorevole Lucia Azzolina (M5s e prima firmataria della Proposta).
Iniziamo dalle dichiarazioni dei primi due esponenti politici.
il provvedimento non ha nessuna speranza di essere approvato, considerato che il suo onere finanziario è molto consistente e che la legge di bilancio appena licenziata dal Parlamento ha previsto consistenti tagli al settore dell’istruzione nel
prossimo triennio” ( V. Aprea).
“Per affrontare l’argomento, sarebbe più utile se la Commissione impiegasse uno strumento diverso, ad esempio una risoluzione per impegnare il Governo a trovare rimedio al problema delle classi sovraffollate: e preferibilmente dopo aver effettuato uno studio di fattibilità preventivo che verifichi l’attuabilità, in termini di risorse non solo
finanziarie ma anche umane e strumentali, della riduzione del numero di alunni
per classe” (
A. Ascani).
Ecco la replica dell’ insegnante-Onorevole  Lucia Azzolina: “Occorre cominciare a lavorare quanto prima affinché l’Italia possa spogliarsi della maglia nera che indossa
anche in questo ambito. Se si riuscirà, sarà una vittoria del Parlamento; altrimenti,
tanto varrà chiudere la scuola pubblica, perché così non serve a nessuno”
Ma la migliore risposta  è la seguente:
Ho lavorato in classi sovraffollate nelle scuole secondarie superiori a La Spezia e a Biella, il tirocinio per diventare docente l’ho fatto in Sicilia. L’Italia è una sola se si parla di classi sovraffollate. Non è possibile lavorare seriamente in classi costituite da 30 persone tra cui magari ragazzi con disabilità, BES e DSA soprattutto nelle classi prime e terze. È materialmente difficile per gli studenti normodotati. Per gli studenti diversamente abili diventa poi ancora più complesso e spesso i genitori sono costretti a rivolgersi ai Tar italiani per vedere tutelati i propri diritti.“

Alcune considerazioni sulle “inesperte d’aula”

Non è difficile individuare i contesti che caratterizzano le dichiarazioni. Da una parte ci sono due esponenti politici (Aprea, Ascani) che hanno dimenticato che il cuore della scuola è l’aula, ormai difficilmente identificabile con la definizione di “ambiente educativo di apprendimento”.
La storia professionale di V. Aprea nasce in aula, lasciata quasi subito per assumere il ruolo di Dirigente Scolastica, dal quale risulta “distaccata” da più di vent’anni (1994). Nella biografia, invece, dell’On. A. Ascani è assente qualunque esperienza di aula, se non come studentessa. E questo spiega la sua richiesta di ulteriori approfondimenti, certificando la sua inesperienza d’aula.
Da qui si comprende la loro difficoltà a percepire l’aula come un ambiente frequentato da persone, ognuna delle quali propone una storia, costituita da emozioni, affetti, pensieri… Siamo di fronte alla rimozione della persona, sostituita come afferma l’insegnante-Onorevole L. Azzolina dal numero e dalla logica del calcolo.
Non è azzardato affermare, riprendendo F. Nietzsche, che siamo di fronte alla morte dell’uomo, che ha preceduto quella di Dio. Per riprendere le parole di M. Heidegger siamo al “trionfo della tecnica”, alla riduzione dell’uomo a puro ente, dimenticando la sua apertura all’Essere, alla pro-gettualità (essere gettato nel mondo per Essere).
Non meraviglia la posizione di V. Aprea che esprime “il sentire” di una destra che ha sempre inteso la scuola pubblica come un problema da ridurre (costi, ore e insegnanti eccessivi).
Le occasioni si sono presentate con la Riforma Moratti (2003) e quella Gelmini/Tremonti (2008).  Stupisce, ma non più tanto, la posizione dell’On. A. Ascani (renziana) che certifica la frattura tra il Pd e i diritti sociali, realizzando una convergenza storica innaturale con la destra.

L’insegnamento rimanda alla passione per la persona

L’insegnante-Onorevole L. Azzolina, invece, rimanda alla passione per la persona non compromessa dall’esperienza recente con l’obbrobrio e il Nulla pedagogico delle classi pollaio. Dalle sue parole emerge l’allievo, lo studente. In altri termini, è riaffermata la centralità della persona, annichilita dal “turbocapitalismo”  che ha trovato in M. Stella Gelmini e Matteo Renzi ( Legge di Stabilità 2015, classi superpollaio)) i sostenitori più entusiasti.
Questo è il senso da dare alle parole dell’insegnante-Onorevole L. Azzolina
Ma come si fa quando hai 30 persone in classe? Quando un’ora di lezione scorre velocemente e non riesci a rispondere a tutti e ti senti profondamente impotente perché sai che si potrebbero salvare tante situazioni, evitare bocciature se il contesto fosse diverso?“

di Gianfranco Scialpi

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