Classi pollaio, l’audizione del Ministro deve essere analizzata nel non detto formale e nei toni. Ci tornano indietro dei messaggi poco rassicuranti
La mia insistenza sulle classi pollaio si basa sulla convinzione che la qualità del sistema formativo passa dall’aula. Bene, il Ministro ha espresso il suo pensiero sulle classi pollaio Poco rassicurante.
L’audizione del 1 agosto 2018 davanti alle Commissioni Istruzione del Senato e della Camera dei Deputati. si apre in questo modo ( 1:52-2:20)
“la media a livello nazionale è di 21,1 alunni per classe. In qualche caso per iscrizioni avvenute anche dopo i termini previsti o per la presenza indirizzi di studio particolarmente specializzanti, e al solo fine di accontentare il più possibile le famiglie e gli alunni, si è verificato il caso della costituzione di singole classi numerose, ma sempre nel rispetto del D.M. del 2009 “
L’intervento risente di una certa sinteticità. Non poteva essere altrimenti! E’ il caso del D.M. 81/09. Il Ministro lo cita per giustificare la formazione delle classi pollaio – interessante il cambio di espressione del Ministro che parla “affollamento delle classi” – da parte degli Usr, sempre rispettosi del suddetto dispositivo. Purtroppo ha dimenticato di dire che il Decreto 81/09 prevede che “le classi iniziali delle scuole ed istituti di ogni ordine e grado, ivi comprese le sezioni di scuola dell’infanzia, che accolgono alunni con disabilità sono costituite, di norma, con non più di 20 alunni, purché sia esplicitata e motivata la necessità di tale consistenza numerica, in rapporto alle esigenze formative degli alunni disabili, e purché il progetto articolato di integrazione definisca espressamente le strategie e le metodologie adottate dai docenti della classe, dall’ insegnante di sostegno, o da altro personale operante nella scuola.” (art.5 comma 2).
Purtroppo i problemi sono a monte meno a valle. In altri termini, molte classi pollaio si formano il primo anno!
Abituato a lavorare con i ragazzi, ho affinato una sensibilità verso i meta-messaggi (toni, postura, inflessioni…).
L’audizione del Ministro, per la parte delle classi pollaio, è auto-giustificativa e dal tono perentorio. Esistono solo due colori: il bianco e il nero! Non è presente alcun riferimento alla persona, ai volti dei ragazzi. Non cita le tante conseguenze negative prodotte dalle classi pollaio. Prevale l’aspetto matematico, ritenuto contenuto (il bianco) e razionale. Risultato: stiamo lavorando bene!
Sul banco degli imputati deve andare il “genitore-cliente” (il nero)! E’ palese l’intento del Ministro di “scaricare” su quest’ultimo la responsabilità delle classi pollaio.
Il Ministro, però, dimentica le sfumature, dove l’Amministrazione, pur potendo ( D.M.81/09 art. 5 comma 2), decide di seguire il criterio dell’ottimizzazione (classi più numerose, meno docenti).
Risultato: ho l’impressione che il Ministro intenda consolidare le classi pollaio. Del resto fa parte di un movimento che nel periodo del Governo Berlusconi (2008-2011) ha votato la Riforma Gelmini.
di Gianfranco Scialpi
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