Classi “pollaio”, il Senato chiede al Governo di intervenire
Stop alle classi “pollaio”, ai limiti sui docenti di sostegno, all’inserimento degli alunni stranieri senza adottare le opportune necessità, al limite minimo di detenuti necessari per l’attivazione di corsi d’istruzione in carcere. Sono i quattro punti che la VII Commissione Istruzione del Senato ha approvato, adottando una specifica mozione sollecitando in tal modo il Governo ad adeguarsi per migliorare lo stato dell’istruzione pubblica italiana.
I punti approvati prevedono “di adottare con sollecitudine tutte le più opportune iniziative, volte al coordinamento della normativa primaria e secondaria applicabile in materia di numero minimo e massimo di persone per classe e, alla luce dei risultati di tale iniziative, a introdurre modifiche alla normativa vigente volte al ridimensionamento del numero massimo di alunni per classe, con particolare riguardo alle disposizioni relative alla formazione delle classi negli istituti secondari di secondo grado”.
Nella mozione viene indicata la necessità, inoltre, di avviare “opportune iniziative, volte a dare concretezza a quanto già previsto per l’assegnazione degli insegnanti di sostegno agli alunni diversamente abili, svincolando tale assegnazione da logiche puramente numeriche e di contenimento della spesa al fine di garantire la piena promozione dei bisogni di cura, di istruzione e di partecipazione alle normali e quotidiane fasi di vita, in osservanza degli articoli 3, 4, 12, 13 e 40 della legge n. 104/1992 nonché dell’art. 40 della legge n. 449/1997.
I senatori della Commissione Istruzione auspicano, poi, l’avvio “di scuole o ambienti di apprendimento che siano adeguate ad accogliere alunni stranieri non pienamente alfabetizzati, creando, così, ambienti inclusivi più consoni alle loro effettive esigenze”.
L’ultima indicazione riguarda l’avvio delle “più opportune iniziative, anche di carattere normativo, volte ad eliminare il limite minimo di detenuti necessari per l’attivazione di corsi d’istruzione stante la particolarità degli istituti di prevenzione e pena, soggetti a una forte mobilità degli utenti stessi dovuta a trasferimenti, permessi o fine detenzione, che rendono fluttuante tale numero, con il rischio di non formare una classe per l’esiguità di detenuti solo in riferimento a un determinato periodo di tempo”.
Il primo firmatario della mozione, il senatore Fabrizio Bocchino (M5S), ricorda, in particolare, che “le norme previste dalla riforma Gelmini, volte a innalzare il numero di alunni per classe ma che prevedevano altresì un piano di edilizia scolastica mai realizzato, sono state puntualmente disattese, tanto da creare situazioni che hanno fortemente penalizzato la qualità dell’insegnamento mettendo, al tempo stesso, a repentaglio la sicurezza degli alunni violando le più elementari norme in materia”.
Sulle classi “pollaio” si riscontra la soddisfazione anche dall’Anief-Confedir, che dice di vedere accolte le sue denunce: il Governo “ora si operi – scrive l’organizzazione sindacale – per un impianto normativo adeguato a garantire sicurezza nelle aule e supporto adeguato agli alunni con problemi di apprendimento certificati. In caso contrario, il sindacato invita i gruppi di lavoro di Gliss e Glh a sollecitare le famiglie perché non si facciano privare di un diritto fondamentale per la crescita e l’integrazione dei ragazzi con disabilità”.