Disabilità

Classi pollaio inesistenti? A Roma un istituto comprensivo con prime da 26 alunni di cui 2 con disabilità. Una docente: scelta scellerata

Da più fronti giunge la convinzione che quello delle classi pollaio sia un non problema, una situazione marginale e residuale. Il punto è che per chi vive queste situazioni, gli effetti sono tutt’altro che marginali o residuali, diventano totalizzanti, perché qualsiasi intervento pedagogico-didattico perderà forza in classi con 26 alunni tra i quali anche ragazzi con disabilità. Lo sconforto prende il sopravvento in questi contesti. Inoltre si continua a sostenere, erroneamente, che la questione riguardi solo le scuole superiori. Non è così. L’ultima protesta, ad esempio, ci giunge da un’insegnante dell’Istituto Comprensivo Poggiali-Spizzichino di Roma, che riporta i fatti come seguono:

Vorrei portare alla vostra attenzione le decisioni dell’ufficio scolastico territoriale a danno dell’utenza scolastica. In breve: a fronte di n. 128 iscrizioni pervenute per il prossimo anno scolastico alla nostra scuola media, l’ufficio scolastico ha assegnato l’organico per sole 5 classi prime, nonostante la Dirigente Scolastica abbia richiesto insistentemente un adeguamento, soprattutto in considerazione della presenza di 7 alunni con disabilità (e un ottavo in via di certificazione)”.

“La decisione dell’Ufficio Scolastico – continua la docente – comporta che il prossimo anno scolastico nel nostro istituto avremo classi di 26 alunni con fino a 2 alunni con disabilità, in barba ai diritti di tutti gli alunni e le alunne e contravvenendo in maniera palese e vergognosa ai diritti degli alunni disabili sanciti dall’art. 5 comma 2 del DPR 81/2009″.

“Una scelta scellerata”, quella dell’Amministrazione, la definisce l’insegnante.

Abbiamo inviato una lettera aperta al Dirigente dell’USR Lazio, Dr Rocco Pinneri, e per conoscenza ai vertici dell’ATP, al Sindaco di Roma Roberto Gualtieri, all’assessora per la scuola Claudia Pratelli, al presidente dell’VIII Municipio di Roma Amedeo Ciaccheri, all’assessora alle politiche Scolastiche Francesca Vetrugno, ai vertici della ASL Roma 2. Come docente, ma soprattutto come cittadina, credo che la scuola pubblica sia un’istituzione da salvaguardare, tutelare, sostenere per permettere il successo formativo di TUTTI e di TUTTE, di coloro che saranno il nostro futuro. Purtroppo ho la percezione, ma forse è un’evidenza, che la Scuola, almeno la nostra scuola, sia deliberatamente lasciata allo sbando”.

“La nostra scuola, l’IC Poggiali-Spizzichino, di cui io ho scelto di far parte – conclude con amarezza – vive, nonostante tutto, grazie alla tenacia, alla professionalità, all’amore per il proprio lavoro e per gli alunni e le alunne da parte di tutto il corpo docente e di tutto il personale ATA che lavora indefessamente fra mille difficoltà. Io vorrei avere voce, urlare, perché si sappia, che è una vergogna, un vero schifo. Ma noi difendiamo e difenderemo la nostra scuola, sempre”.

Quanti alunni con disabilità per classe? Cosa dice la legge

Ma è legittimo avere un numero elevato di alunni con disabilità in una stessa classe? Chiariamo cosa prevede la legge.

La formazione delle classi e il numero di alunni per classe sono questioni disciplinate dal DPR 81/09, che stabilisce un numero massimo di alunni totali laddove vi siano, in classe, bambini/ragazzi con disabilità, numero che non deve superare i 20 alunni, con possibili deroghe fino al 10%. Insomma, il Ministero non indica quale sia il numero massimo di alunni con disabilità in una classe, ma qual è il numero massimo totale di alunni, in presenza di soggetti con disabilità.

Tuttavia, è anche vero che il Tribunale amministrativo regionale del Lazio, con sentenza n.926/2007 ha stabilito che la possibilità di inserire nella stessa classe più di un alunno disabile deve essere considerata come soluzione residuale e comunque praticabile solo nei casi di handicap lieve.

Su questo stesso argomento si è espressa anche la Fand (Federazione tra le associazioni nazionale di disabili), secondo la quale per una didattica realmente formativa e inclusiva non dovrebbero esservi più di due alunni con disabilità all’interno di classi con non oltre 20 alunni totali.

In ogni caso, la gestione dell’integrazione scolastica nelle scuole statali e in quelle paritarie spetta al dirigente scolastico, che in accordo con gli uffici territoriali definirà anche il numero dei disabili per classe nel proprio istituto. Lo spiegano le “Linee guida per l’integrazione scolastica degli alunni con disabilità”, valide per le scuole di ogni ordine e grado.

Carla Virzì

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