Un maestro di cinquant’anni, insegnante da oltre vent’anni, ha lanciato una petizione su Change.org, “Classi più snelle anziché meno classi”, con l’obiettivo di ridurre il numero di alunni per classe. Secondo il docente, un buon insegnante non può educare efficacemente se ha a che fare con un elevato numero di studenti. Lo riporta Il Corriere della Sera.
Citando il filosofo Umberto Galimberti e l’insegnante Roberto Contu, quest’ultimo sostiene che le classi dovrebbero essere composte da 12-15 persone al massimo.
Il maestro ha inviato anche un documento ai dirigenti dell’ufficio scolastico territoriale di Brescia, all’assessora regionale all’Istruzione e al ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara, esponendo la situazione attuale delle classi in Lombardia. Nonostante la legge preveda una media di 15-26 alunni per classe nella scuola primaria, la media attuale è di 20,87 alunni. Inoltre, spesso non vengono rispettate le norme che tutelano il diritto allo studio degli alunni con disabilità.
La proposta del maestro è quella di sfruttare la diminuzione demografica per formare classi numericamente più sostenibili. Questo provvedimento non richiederebbe ulteriori spese e i posti docenti necessari rientrerebbero nelle quote annualmente stabilite.
Il Movimento 5 Stelle ha presentato un’interrogazione in Regione sul sovraffollamento delle aree scolastiche. La petizione, nel frattempo, ha raggiunto 1496 firme.
Ecco le parole dell’insegnante: “Perché non approfittare della denatalità per formare classi numericamente più sostenibili? Se fare politica vuole dire amministrare la polis per il bene di tutti, come insegnanti chiediamo di avere voce in capitolo in questo spazio pubblico estremamente importante che è la Scuola. La proposta non mira alla tutela professionale né aderisce a una parte politica. Noi proponiamo di diminuire gli alunni per classe invece di eliminare le classi: un provvedimento senza ulteriore impegno di spesa. I posti docenti richiesti per questa azione non sarebbero aggiuntivi ma rientrerebbero nel contingente complessivo dei posti comuni e di potenziamento dell’organico di diritto annualmente stabiliti. Si realizzerebbe così un provvedimento di forte valenza educativa volto al benessere degli studenti e delle studentesse, così come alla loro crescita umana e culturale, con forti e positive ricadute sociali”.
La riduzione o addirittura l’eliminazione delle classi pollaio è qualcosa che moltissimi docenti auspicano. Tuttavia, uno studio pubblicato sull’International Journal of Science Education ha dimostrato che nelle classi poco affollate in realtà si studia peggio. Lo riporta Skuola.net.
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