Sull’argomento il Ministro glissa o comunque vede il problema altrove, ovvero nella mancanza di alunni nelle scuole di tanti piccoli paesi. Il problema della classi pollaio però esiste e ogni Regione ha le sue percentuali.
In Emilia Romagna ad esempio risulta un docente ogni 11,6 studenti (la media nazionale è 10,8). Numeri che non per forza equivalgono a superare il limite ad esempio delle secondarie di secondo grado (30 alunni per classe) ma bisogna poi verificare in quale spazio è presente questo numero di alunni.
Come analizza il ‘Fatto Quotidiano’ la situazione in Italia però è varia. Si va dalla media di Valle d’Aosta, Friuli, Trentino Alto Adige (un insegnante ogni 8,67 studenti) a quella di Lombardia e Lazio che presentano un docente ogni 9,2 alunni e la Toscana che arriva a 10,8 alunni.
Nel Mezzogiorno invece la questione sembra più critica. In Sicilia il dato sale a un docente ogni 11,99 alunni, un alunno in meno in Puglia, mentre la Campania non differisce di molto. Percentuali alte in regioni che presentano anche i tassi più alti di dispersione scolastica non solo in Italia, ma spesso in Europa.
Il problema è trovare l’equilibrio tra le classi con 30 alunni nei grossi centri e quelle con un paio di alunni nei paesi di montagna. Una questione spesso sollevata da Bianchi nei vari interventi degli ultimi mesi. Un problema peraltro destinato a non risolversi con il calo demografico previsto entro il 2032 se è vero che le scuole dei grossi centri rimarranno frequentate e quelle dei piccoli centri sempre più svuotate.
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