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Classi pollaio, nessuno le vuole ma stanno sempre lì: Sinistra italiana vuole ridurre il numero di alunni per aula, progetto di legge alla Camera

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Non riguarda solo la maggiorazione delle ore di scuola dei bambini, dalla scuola dell’infanzia, anche nelle ore pomeridiane, il disegno di legge “La scuola che vogliamo” presentato il 25 gennaio alla Camera da Sinistra italiana, il partito di Nicola Fratoianni. La proposta di legge si compone di otto articoli, con cui si intendono ridurre il numero di alunni per classe e aumentare gli insegnanti di ruolo, accelerare sulla trasformazione delle tecnologie didattiche digitali, potenziare le scuole collocate in realtà territoriali che non garantiscono il diritto allo studio. Quello delle classi troppo numerose risulta, in effetti, un problema annoso mai risolto, con conseguenze negative su sicurezza e formazione.

L’alto numero di alunni concentrati nella stessa aula, che nella scorsa legislatura il M5s ha tentato di ridurre senza però arrivare a meta, ancora oggi tocca l’apice nei corsi iniziali delle superiori, soprattutto dei licei delle grandi città, dove non di rado si attesta attorno ai 30 iscritti: davvero troppi per non minare il diritto allo studio, ma anche i rischi contagi (da Covid e non solo) e problemi in casi di urgente evacuazione.

Nella proposta di Sinistra italiana c’è anche spazio per una forte opposizione al progetto di autonomia differenziata che la Lega intende tradurre in legge entro il prossimo autunno.

“Mentre Valditara guarda indietro e vuole un ritorno al passato – ha detto Elisabetta Piccolotti, deputata di Sinistra italiana – noi guardiamo al futuro e vogliamo una istruzione di altissima qualità per i nostri ragazzi e le nostre ragazze”.

“A chi pensa che sia necessario investire solo sui territori che sono già più avanti, rispondiamo dicendo che bisogna istituire delle zone di educazione prioritaria, cioè investire su quelle zone del Paese in cui i ragazzi abbandonano troppo presto la scuola e ci sono problemi sociali”, ha sottolineato Piccolotti soffermandosi sull’ancora troppo alto tasso di dispersione in Italia, soprattutto in certe aree del Meridione.

Nicola Fratoianni, segretario di Sinistra italiana, ha detto che “la scuola è un modello centrale della democrazia: non vogliamo che sia selettiva ma deve essere uno strumento di reale emancipazione. Attraverso queste proposte di legge noi vogliamo mettere in campo una controffensiva valida. Quando abbiamo degli investimenti importanti c’è la richiesta di un lavoro enorme”.

Per Fratoianni, “la scuola ha bisogno di uno scossone perché c’è un rischio sempre più evidente che tutti risolvano le cose a livello individuale e non si lavora mai sul collettivo. Serve un luogo di accoglienza con personale di alto livello che accolga i ragazzi fin dalla tenera età e questa è una delle maggiori scommesse che vogliamo vincere. Penso che il tempo dello studio sia sacro, da proteggere, perché è il tempo decisivo in cui viene costruito un futuro”.

Secondo il parlamentare alla guida del partito di sinistra, la tempistica delle ore passate in classe va aumentata, sul lungo e sul breve periodo. “L’istruzione dall’asilo fino ai gradi più alti – ha detto Fratoianni – è quel bene prezioso che prende i bambini dal loro luogo di partenza per inserirli in uno stato di collaborazione e coesione. Quando al centro dell’offensiva c’è la scuola allora c’è anche la possibilità di ridurre le diseguaglianze“.