Politica scolastica

Classi pollaio, Schlein vuole cancellarle ma quest’anno sono aumentate del 25%: la “colpa” è anche del Pd

Tra gli obiettivi che si è prefissata Elly Schlein, nuova segretaria del Partito Democratico, ve ne sono alcuni davvero impegnativi: parliamo, in particolare, della lotta alle classi pollaio, dell’aumento degli alunni che rimangono a scuola sino al primo pomeriggio e della volontà di incentivare il servizio di sostegno agli alunni disabili. Schlein ha detto che intende “ridurre il numero di bambini e bambine nelle classi e ampliare il tempo pieno”, ma anche “garantire la presenza di insegnanti e personale educativo di sostegno”.

Per quanto riguarda il tempo pieno e l’affiancamento di docenti e educatori agli allievi con disabilità, molto dipenderà anche dalle richieste che arriveranno: per il tempo pieno, ricordiamo che qualche anno fa, con Giuseppe Conte capo del Governo, il M5s stanziò i finanziamenti per introdurre migliaia di classi, ma al Sud la domanda fu così debole che i fondi tornarono quasi tutti indietro. Anche sul fronte sostegno, l’intervento più atteso è legato sostanzialmente allo spostamento nell’organico di diritto di diverse decine di migliaia di posti in deroga; per il resto, gli Uffici scolastici in linea di massima sono tenuti a seguire le indicazioni che arrivano dai neuropsichiatri e dai gruppi di lavoro (ex Glh).

Sulle classi numerose, invece, la strada è decisamente in salita. Perché rimangono in vigore i parametri per la formazione delle classi introdotti dal Dpr 81/2009 voluto dall’ultimo Governo Berlusconi, che ha portato al dimensionamento scolastico più corposo degli ultimi decenni.

Giusto oggi Tuttoscuola ha fatto sapere che “le prime classi delle superiori con oltre 27 alunni sono passate dalle 1.981 (7,9% del totale) del 2021-22 alle 2.459 (9,8%): un incremento del 24%!”, scrive la testata giornalistica.

Con la Legge di bilancio 2023, in pratica, il Governo Meloni si è limitato “a prevedere la riduzione del numero delle classi pollaio soltanto nelle scuole caratterizzate da valori degli indici di status sociale, economico e culturale e di dispersione scolastica, con il rischio concreto di non riuscire a incidere in modo complessivo sul fenomeno. Ed ecco i risultati”, conclude Tuttoscuola.

Il nuovo Partito democratico, “targato” Elly Schlein, quindi, avrà un compito non indifferente, quasi ingrato: tornare al Governo e dire basta ad un processo, quello delle classi numerose, che va avanti ormai da tre lustri.

È tutto dire che nemmeno con i miliardi del Pnrr si è riusciti a scardinare quelle soglie davvero troppo alte, si cui svettano i 27 allievi della prima superiore, ideati dal duo Tremonti-Gelmini nel 2008: una condizione che, indubbiamente, danneggia non poco gli alunni costretti a stare con così tanti compagni, soprattutto se nella classe pollaio vi sono anche allievi con disabilità, Dsa e Bes.

E va detto, infine, che nemmeno il Pd, al governo in diverse occasioni negli ultimi anni, ha in fondo mai intrapreso questa battaglia per cambiare le norme: quindi, Schlein dovrà riuscire a sovvertire non solo l’operato legislativo del Centro-Destra, ma anche l’inerzia sostanziale del suo partito. Per completezza, l’aumento del 25% di prime classi con numeri vicino ai 30 alunni si è andato a formare proprio mentre il dicastero dell’Istruzione è stato gestito da un ministro, Patrizio Bianchi, assai vicino proprio all’area dei democratici.

Alessandro Giuliani

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