Classi con non più di 22 alunni (20 ove siano presenti alunni disabili): è il punto di forza del disegno di legge 877 il cui esame inizia oggi presso la Commissione Cultura della Camera.
Primo firmatario del ddl è la deputata del M5S Lucia Azzolina che con questo provvedimento si pone l’obiettivo di cancellare gli effetti della legge 133/2008 da cui derivarono all’epoca il piano programmatico Tremonti-Gelmini e il DPR 81/2009 sui nuovi parametri per la formazione delle classi nelle scuole di ogni ordine e grado.
I limiti di cui parla il disegno di legge Azzolina dovrebbero valere per le classi iniziali, comprese le sezioni della scuola dell’infanzia e si accompagnano ad una norma di carattere generale che prevedere che “la dotazione organica complessiva definita annualmente sia a livello nazionale che per ambiti regionali si basi, altresì, sulla distribuzione degli alunni nelle classi e nei plessi diminuendo il rapporto medio, a livello nazionale, alunni/classe di 0,40, da realizzare nel triennio 2019-2021”.
Secondo Azzolina e gli altri firmatari, tra cui anche Luigi Gallo, presidente della Commissione Cultura della Camera, dal provvedimento deriverebbero indubbi benefici, a partire dalla possibilità di eliminare il fenomeno delle cosiddette “classi pollaio”.
“Nelle scuole secondarie di secondo grado – si legge infatti nella relazione accompagnatoria – è attualmente possibile comporre classi di 33 alunni; se poi si tiene conto della possibilità di derogare fino al 10 per cento al numero massimo degli alunni per classe, prevista dall’articolo 4, comma 1, del decreto del Presidente della Repubblica n. 81 del 2009, è facile comprendere come ad oggi sia legittimo e pienamente conforme alla legge comporre sezioni con ben 36 alunni”.
“Rivedere il rapporto alunni/docente – si legge ancora nella relazione – inciderebbe molto positivamente sulla qualità della didattica poiché avere meno studenti da seguire permetterebbe al docente di dedicarsi individualmente con maggiori attenzione e solerzia ai suoi allievi. Oltre a pregiudicare la formazione degli alunni, il fenomeno delle classi pollaio non consente infatti la piena integrazione dei ragazzi disabili”.
Se si considera che nella scuola italiana sono inseriti 700mila alunni con bisogni educativi speciali, e cioè il 9% dell’intera popolazione scolastica, “come si può pensare – concludono i presentatori del ddl – che i docenti italiani riescano a garantire un’elevata qualità della didattica dovendo anche, in un contesto di sovraffollamento, farsi carico in prima persona di situazioni di disagio e di deficit tramite l’elaborazione di piani didattici personalizzati?”
Ma quanto costerebbe l’operazione proposta dai parlamentari del M5S?
E’ presto detto: 338.500.000 euro per l’anno 2019, 1.180.000.000 di euro per l’anno 2020, 1.715.100.000 euro per l’anno 2021 e 2.130.000.000 di euro a decorrere dall’anno 2022.
Come dire che non sono bruscolini.
Si tratta quindi di capire che cosa ne dirà il Ministero dell’Economia che dovrà provvederà alla copertura finanziaria del progetto.
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