“I dirigenti scolastici, ma anche le famiglie, chiedono all’ufficio di competenza di poter formare classi sinora negate”: lo avevamo scritto un paio di giorni fa, nell’annunciare che “sta entrando nel vivo la “partita” degli organici” e ricordando che “continuano formarsi, anche in piena pandemia, classi con oltre 30 alunni, a volte anche in presenza di disabili. Il tutto in ossequio alle rigide norme sulle formazioni di classi iniziali”. L’articolo pubblicato dalla Tecnica della Scuola trova adesso conferma in una lettera dei dirigenti scolastici del Lazio aderenti ad Anp inviata al direttore generale dell’Usr Rocco Pinneri e al dirigente dell’Ambito territoriale di Roma Rosalia Spallino. Nella missiva, Anp Lazio spiega che attraverso il sistema telematico ministeriale Sidi ha scoperto che le classi del prossimo anno scolastico si formeranno esattamente come accadeva fino a prima del Covid: in base ai parametri, votati al risparmio, approvati nel 2008 quando nell’ultimo governo Berlusconi la scuola era guidata da Mariastella Gelmini.
Ebbene, il sindacato dei dirigenti scolastici laziali ha scoperto, consultando il sistema telematico Sidi, che “in tutti gli ordini di scuola si osserva la costituzione di classi prime, con alunni disabili, superiori a 20 alunni, in diversi casi con 29-30 alunni di cui alcuni disabili”.
Quindi, oltre alla creazione immotivata di nuove classi “pollaio” (ma non dovevano sparire?), si va in questo modo a creare un ulteriore danno: si nega il diritto allo studio dell’alunno disabile, che collocato in un gruppo-classe troppo numeroso compromette in modo evidente il suo processo di formazione ed integrazione.
La normativa vigente, lo ricordiamo, prevede classi non più di 20 alunni in presenza di disabile grave. E massimo 25 qualora la disabilità sia di tipo non grave.
Inoltre, l’Anp Lazio rileva “che in diverse situazioni l’organico consultabile da Sidi va” anche “a generare riduzione di organico, in modo immotivato rispetto alle richieste dei DS”. Quindi, questa “compressione” di alunni si andrà a ripercuotere sul numero di docenti e Ata, che sarà di conseguenza ridimensionato.
In mancato rispetto della circolare per le iscrizioni 2021-2022, prot. 20651 del 12/11/2021, la quale prevede che il numero delle classi prime può corrispondere al numero delle classi quinte uscenti in un evidente equilibrio numerico di classi e organico, il sindacato sostiene che “si stanno osservando situazioni in cui il numero delle prime viene ridotto, portando la quantità di alunni per classe superiore ai 23-24 alunni in presenza di disabili anche gravi”.
La terza denuncia dell’organizzazione guidata da Mario Rusconi commenta, infine, il fenomeno delle numerose scuole nelle quali “il numero di alunni per ciascuna classe non rispetta le capacità di contenimento delle aule (segnalate dai DS nelle relazioni di invio organico): se questo è un problema in situazione normale, in situazione di emergenza sanitaria rappresenta un limite che rende concretamente impossibile l’attività didattica”.
In sostanza, una classe da 27-30 alunni non può essere compatibile con il distanziamento imposto dal Comitato tecnico scientifico.
Anp Lazio sostiene, quindi, che “le situazioni sopra esposte risultano del tutto incoerenti rispetto allo stato di emergenza sanitaria che stiamo vivendo”.
Come si fa, chiede il sindacato, a frequentare la scuola “in aule sovraffollate? Oltre alla misura del distanziamento va tenuto in considerazione che, in ogni caso, attivare percorsi didattici inclusivi con la numerosità di studenti-classe che al momento si prevede, sarà materialmente impossibile”.
La richiesta del sindacato dei presidi laziali è quindi quella di “procedere a rimodulazione, anche in eventuale deroga a vincoli di legge, delle situazioni critiche che ciascuna scuola sta segnalando, al fine di veder assicurati i diritti allo studio, alla salute e alla sicurezza per tutti gli studenti”.
Ma cosa dice la normativa sulla formazione delle classi? I parametri minimi per la formazione delle prime sono contenuti nella Legge 133 del 2008. E prevedono numeri decisamente elevati: 18 alunni all’infanzia, 15 alla primaria, 18 alle medie e 27 alle superiori. A meno che non vi siano disabili: nel caso siano gravi non si potrebbe andare oltre le 20 unità (indicazione che però nei fatti spesso viene superata).
Senza disabili si può arrivare a classi da 29 alunni nella scuola dell’infanzia, 27 alla primaria, 28 alle medie e 30 alle superiori. Numeri davvero alti, che anche in questo caso non di rado vengono oltrepassati.
Ma non finisce qui. Perché per la formazione delle classi intermedie, soprattutto alle superiori, i dirigenti concedono difficilmente classi attorno ai 15 alunni, così capita che la classe si sopprime.
La politica dell’amministrazione è semplice: non vi devono essere aggravi di spesa rispetto a quanto prefissato.
E i vincoli scattano anche sulla concessione di classi aggiuntive. Se, ad esempio, ad una scuola giungono richieste di iscrizioni superiori alle classi “concesse” dall’ufficio scolastico, la scuola è costretta a rifiutarne una parte.
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