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Classi “speciali”, sì o no? Quasi la metà dei docenti è d’accordo e anche uno studente su tre – Esiti SONDAGGIO

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Quasi la metà degli insegnanti italiani sembrerebbe d’accordo con l’introduzione delle classi “speciali”, formate da alunni con disabilità, problemi di apprendimento e stranieri che non parlano quasi l’italiano, riproposte alcuni giorni fa dal professore Ernesto Galli della Loggia poiché questi studenti rallenterebbero la didattica in classe. Le percentuali emergono da un ampio sondaggio della rivista specializzata La Tecnica della Scuola, al quale hanno partecipato circa 1.300 lettori: ebbene, sarebbe d’accordo nel riproporre le classi “speciali” a scuola dopo 50 anni circa il 40% dei docenti. A essere più in disaccordo sono stati invece gli studenti, seguiti dai genitori e dalla categoria “altro”.

All’indagine hanno partecipato per la maggior parte docenti (72.5%), seguiti da genitori (14.6%), altro (10%) e studenti (2.9%).

Come si evince dalle grafiche di seguito riportate, gli insegnanti non sembrano avere una posizione netta sulla questione. Qualcuno ha anche commentato, dichiarando: “Per gli stranieri certamente ci vorrebbe prima di inserirli in classe un anno intensivo di lingua scritta e orale, e inseriti solo quando abbiamo raggiunto gli obiettivi minimi. Per i disabili non credo che servano classi speciali ma solo molte più ore di affiancamento per un lavoro personalizzato”, e ancora: “Non bisogna tornare indietro. Ci sono criticità però. Servirebbero più formazione ‘concreta’ per i docenti curriculari e un maggior numero di ore di compresenza per strutturare percorsi efficaci in tutti gli ordini di scuola”.

Qualche docente avrebbe anche suggerito l’ipotesi di introdurre “classi di livello”: “gli studenti che vanno bene in matematica, ad esempio, possono andare col livello avanzato, altrimenti intermedio o base. Anche studenti normodotati, ma poco studiosi, potrebbero stare nel livello base (e viceversa)”.

Per quanto riguarda la categoria degli studenti, il “NO” sembra più chiaro: per il 60% “il solo pensiero è vergognoso e deplorevole”, mentre uno su tre sarebbe d’accordo.

Valditara: “Prevediamo docenti specializzati e continuità didattica”

Anche il ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara è intervenuto sul tema, in un’intervista a La Stampa. “L’inclusione – spiega il ministro – è un valore importante della scuola costituzionale, la nostra scuola. Perché sia effettiva, però, e non solo declamata, è necessario che si creino le condizioni per una didattica più efficace che consenta di contemperare le esigenze di tutti gli studenti. Per gli alunni con disabilità, per esempio, prevediamo docenti adeguatamente specializzati e un sistema che consenta la continuità didattica. Per gli stranieri i dati ci dicono che l’attuale sistema non funziona, occorrono forme diverse”.

Precisiamo che l’indagine è stata realizzata dalla testata giornalistica “La Tecnica della Scuola” nel periodo che va dal 16 al 19 gennaio 2024. Hanno partecipato 1.292 soggetti. Il sondaggio non ha carattere di scientificità: i risultati derivano da conteggi automatici.

La Tecnica della Scuola non si assume alcune responsabilità per utilizzi impropri o parziali dell’esito dell’indagine effettuata.