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Classicisti e matematici contrari ai test Invalsi

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 E’ tempo di somministrazione dei test Invalsi e si incomincia all’interno delle nostre scuole a dibattere, tra colleghi, sull’utilità e l’efficacia valutativa di questa tipologia di test. Ma cosa sono i test Invalsi? Quando verranno somministrati?
Si tratta di prove standardizzate introdotte stabilmente, dal preposto Istituto nazionale per la valutazione del sistema educativo, all’interno di tutti i livelli della scuola pubblica e in tutto il territorio nazionale. Infatti a partire dalla prossima settimana, più di due milioni di studenti avranno somministrati i test di matematica e italiano preparati ad hoc dal su citato Istituto Invalsi. I primi a cominciare saranno il 7 e il 10 maggio gli alunni della primaria delle classi seconde e quinte, di seguito sarà la volta il 14 maggio degli studenti della prima classe della scuola secondaria di primo grado ed infine per ultimi, il 16 maggio sarà il momento della seconda classe delle scuole secondarie di secondo grado. 
Ma come sono percepiti questi test dagli addetti ai lavori e da esperti classicisti e matematici? Sentendo varie opinioni, sembra evidente il sorgere di una critica condivisa sulla stessa tipologia dei test. è importante sottolineare che nessuno vuole mettere in discussione il bisogno di valutare le scuole, ma proprio per bene valutare ed ottenere risultati seri ed attendibili si critica lo strumento , ritenuto decisamente “acefalo”. Riportiamo alcune illustri pensieri sui test Invalsi, sia di studiosi di area umanistica che di area matematica.
 Ad esempio il pensiero di Luciano Canfora, filologo classico, storico e saggista italiano, il quale auspica, senza ripensamenti, la soppressione di questi test. Infatti Canfora sostiene che: ”Poiché la scuola dovrebbe essenzialmente far nascere lo spirito critico, la miglior cosa sarebbe eliminare l’Invalsi e restituire i suoi test a chi li ha inventati”
Continua l’illustre saggista: ”Le prove Invalsi sono una mostruosità, una cosa senza alcun senso, che può servire se mai a premiare chi è dotato di un po’ di memoria più degli altri, non chi ha spirito critico. Poiché la scuola dovrebbe essenzialmente far nascere lo spirito critico, la miglior cosa sarebbe eliminare l’Invalsi e restituire i suoi test a chi li ha inventati”. 
Parole dure e inequivocabili quelli del classicista barese. 
Forse gli intellettuali matematici la pensano diversamente? Così non sembra, infatti il matematico Giorgio Israel si è schierato con forza e piena convinzione contro i quiz Invalsi, che a suo dire, hanno il torto di non mostrare il processo logico-matematico, cioè il ragionamento seguito per giungere alla soluzione. Al risultato si può arrivare in modi diversi, ma questo nei test non viene minimamente evidenziato. Israel pensa che la scuola stia istruendo i propri ragazzi a risolvere test, rinunciando alla didattica della matematica.
Un “delitto” che la nostra società pagherà a grave prezzo. Israle mette in guardia dagli errori che la scuola italiana sta commettendo, affermando che ci stiamo dirigendo verso una formazione del tipo anglosassone del “teaching to the test” e tutto questo mentre nel mondo anglosassone c’è un ripensamento globale sulla questione. In sostanza classicisti e matematici convergono nel condividere la contrarietà ai test Invalsi, che stanno soffocando il bisogno urgente di puntare ad una didattica che abbia come parole chiave “senso critico” e “ragionamento puro”.