Attualità

Claudio Baglioni tradotto in latino in un liceo, la dirigente: “il classico è tutt’altro che una scuola polverosa”

La notte del liceo classico è un momento sentito da studenti e docenti, un’occasione per aprire i cancelli della scuola a chi voglia approfondire di più su quel mondo tanto criticato quanto amato.

Dopo il successo in una scuola di Palermo, in cui è stato ospite l’attore di Mare Fuori Vincenzo Ferrera, rimaniamo sempre in Sicilia per un’altra particolare iniziativa.

Infatti, sulle orme di un liceo classico di Gela dove gli studenti aveva tradotto in latino “Alba chiara” di Vasco Rossi, che ha anche risposto agli studenti, adesso è stato il turno di una scuola di Piazza Armerina, il Liceo Classico “Majorana-Cascino”. La docente di latino, Tanina Messina, insieme agli studenti ha tradotto il testo della canzone di Claudio Baglioni, Questo piccolo grande amore.

Ecco alcuni versi:

Illa eius tunicula tenuis/ quella sua maglietta fina

Tam angusta ut mihi omne mente fingerem/ Tanto stretta al punto che mi immaginavo tutto

Et timor et desiderium nos denudandi / la voglia di essere nudi

Et manus semper anxiores veeeetitarum/ le mani sempre più ansiose di cose proibite

Et illa Diutius non loquebatur/e lei ad un certo punto non parlava

Sed in ea clarum legebatur in vultu ut patieretur/ma le si leggeva in faccia che soffriva.

Come riporta LaSicilia.it, la docente ha affermato: “Ho maturato l’idea di tradurre il testo della canzone di Baglioni, quando è stato reso noto il tema della Notte Nazionale 2023 ovvero Logos e mito. Logos inteso non solo come pensiero, ma anche come parola. Mentre al termine mito ho voluto dare un’accezione diversa e attuale: mito come persona realmente esistente nel mondo della canzone italiana contemporanea, distaccandomi così dal significato tradizionale del termine. Dando valore alle parole d’amore in musica, ho preso in considerazione uno dei brani più famosi di Baglioni, cantautore, che per qualche generazione rappresenta un vero e proprio mito”.

E continua: “Quando ho proposto questo esperimento agli studenti della II A liceale, gli alunni non sembravano entusiasti, molti non conoscevano neanche la canzone. Paradossalmente avrebbero preferito rappresentare un testo tratto dall’orazione di Cicerone “Pro Archia”. Ma ho insistito proprio per far conoscere un cantautore ed un brano, che sono lontani dall’immaginario collettivo dei nostri ragazzi, forse tanto quanto Cicerone, come accade per un mito e un testo della tradizione classica”.

Anche la dirigente scolastica, Lidia Di Gangi si è mostrata contenta della scelta: “Sono entusiasta del riscontro positivo che ha avuto l’iniziativa. Ascoltare nella lingua di Cicerone il brano iconico di Claudio Baglioni, significa che il liceo classico è tutt’altro che una scuola polverosa. Il liceo classico è una scuola che educa a sognare e che può calarsi nella quotidianità dei ragazzi anche attraverso il canto e la musica. In un’epoca in cui si punta tutto sull’apparire, i nostri studenti hanno reso speciale un brano che da oltre cinquant’anni è il leitmotive di tante generazioni”.

Il latino è davvero una lingua morta?

Un ottimo modo per far “rivivere” una lingua antica che molti definiscono “morta”. In occasione della Giornata mondiale del docente 2022 abbiamo parlato di questo con Gianluca Vindigni, giovanissimo professore di latino, laureatosi in lettere classiche con una tesi interamente scritta e discussa nella lingua di Cesare.

Quest’ultimo ha sottolineato il fatto che, anche se non ce ne accorgiamo, la lingua latina pervade il nostro modo di parlare: basta pensare ai dialetti.

Sara Adorno

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