L’allarme arriva dalla Corea del Sud, dove per giorni si sono riuniti gli scienziati del Gruppo intergovernativo di esperti sul cambiamento climatico (IPCC): il rapporto prodotto, oltre 400 pagine, è un campanello d’allarme senza precedenti.
Se di questo passo sarà superata la barriera tra il 2030 e 2052, e il “riscaldamento globale arriva a 1,5 gradi centigradi”, secondo il rapporto degli scienziati, il rischio per il pianeta è grave.
Bisogna allora limitare ma farlo “richiede cambiamenti rapidi, completi e senza precedenti in tutti gli aspetti della società”, dall’energia alla pianificazione urbana e del territorio, con tagli alle emissioni in tutti i settori.
E’ l’ultimo campanello d’allarme prima del baratro e gli scienziati sul clima ne sono convinti: il monde deve adottare “misure senza precedenti” e trasformazioni “rapide” in settori come l’energia, l’industria e le infrastrutture per limitare il surriscaldamento a 1,5 gradi centigradi. In caso contrario, il surriscaldamento aggiuntivo anche solo di mezzo grado, peggiorerà in maniera significativa i rischi di siccità, inondazioni, calore estremo e povertà per centinaia di milioni di persone sul pianeta.
Pericolosa, allarmante, sull’orlo del baratro: se gli scienziati avessero a disposizione un aggettivo più pesante per indicare la situazione in cui si trova il pianeta, la userebbero. Il mondo deve limitare il surriscaldamento a 1,5 gradi e invece è completamente su un’altra strada, punta dritto verso il 3%. Invertire la tendenza sarà estremamente dura, ma la finestra di opportunità non è ancora chiusa.
La relazione presentata a Incheon (in Corea del Sud) illustra i modi per limitare il surriscaldamento a 1,5 invece che 2 gradi (come è indicato nell’Accordo sul Clima di Parigi) e avverte che gli effetti sugli ecosistemi e la vita del pianeta sarà molto meno catastrofica se riusciamo a mantenere questo più ambizioso traguardo.
Le emissioni di gas inquinanti di origine umana hanno già elevato la temperatura media globale di circa 1 grado rispetto a prima della Rivoluzione Industriale nel XIX secolo e hanno trasformato la vita sul pianeta, ha ricordato il presidente dell’IPCC, Hoesung Lee: “Mantenere il riscaldamento globale a un livello inferiore a 1,5 gradi invece di 2 sarà molto difficile, ma non impossibile”. Se il pianeta ci riesce questo impedirà l’estinzione di altre specie, la distruzione totale del corallo, fondamentale per l’ecosistema marino e ridurrà la crescita del livello marino a 10 centimetri entro il 2100, risparmiando zone costiere e isole. Al contrario, superare il limite di 1,5 gradi potrebbe portare a un ulteriore aumento del caldo estremo, piogge torrenziali e siccità, il che avrà un effetto diretto sulla produzione alimentare, soprattutto in zone sensibili come l’America Latina e il Mediterraneo.
“Gli scienziati avrebbero potuto scrivere a lettere maiuscole ‘AGITE ORA, IDIOTI”, ma lo hanno fatto con fatti e numeri”.
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