Lo dice Gabriele Rotini, responsabile nazionale Cna Artistico e tradizionale, che con Labitalia fa il punto della situazione del settore a poche ore dalla pubblicazione in Gazzetta ufficiale del relativo bando.
“Il ministero dei Beni e delle attività culturali e del turismo -chiarisce- ha pubblicato il primo dei bandi che consentirà a tutti gli operatori del settore l’acquisizione della qualifica di ‘Collaboratore restauratore di beni culturali – tecnico del restauro’; ora si attende un successivo bando per ottenere la qualifica di restauratore”.
“Da domani ed entro il 24 ottobre -continua- gli operatori del settore potranno, quindi, inviare on line al ministero tutta la documentazione prevista per partecipare alla selezione. Sarà poi compito del ministero valutare le domande, effettuare le opportune verifiche e poi procedere alla pubblicazione dell’elenco dei collaboratori restauratori”.
“La procedura riprende dopo una lunga interruzione -ricorda- durante la quale si è realizzato l’iter parlamentare che ha portato a una profonda revisione dell’art. 182 del Codice dei Beni culturali e del Paesaggio, modificando notevolmente modalità e requisiti necessari all’acquisizione delle qualifiche di restauratore e collaboratore restauratore. Questo comporta come prima conseguenza che la procedura informatizzata per la presentazione della domanda è stata interamente riscritta, e quindi le domande presentate in passato vanno completamente riproposte secondo le nuove regole vigenti e partendo da zero”.
“Al bando per diventare tecnico del restauro -ricorda Rotini- possono partecipare i laureati in diverse classi di conservazione e restauro del patrimonio storico-artistico, i diplomati in restauro presso accademie di belle arti e quelli che hanno seguito un corso in una scuola di restauro statale o regionale, i dipendenti di amministrazioni pubbliche preposte alla tutela di beni culturali inquadrati come assistente tecnico restauratore e infine tutti i professionisti che abbiano svolto attività di restauro per non meno di quattro anni con regolare esecuzione certificata”.
L’attività è dimostrata tramite la dichiarazione del datore di lavoro oppure con l’autocertificazione. La presentazione della domanda per collaboratore restauratore non pregiudica in alcun modo la successiva partecipazione alla procedura per il conseguimento della qualifica di Restauratore.
Secondo le linee guida di attuazione della legge numero 7 del 14 gennaio 2013, infatti, in una prima fase transitoria la qualifica di collaboratore restauratore di beni culturali si acquisirà mediante un’apposita procedura di selezione pubblica che dovrà concludersi entro il 30 giugno 2015.
Secondo questa norma il titolo spetterà di diritto a un ristretto campo di soggetti: chi ha conseguito il titolo di laurea quinquennale, o in alternativa il diploma presso le accademie e gli istituti di alta formazione accreditati. Tutti gli altri soggetti dovranno dimostrare di essere idonei e soprattutto di essere in possesso di determinati requisiti.