Il Ministero deve a più presto porre rimedio alla inerzia con cui ha finora affrontato la questione della mancata proroga delle competenze del CNPI.
Lo ha stabilito il TAR Lazio con una sentenza emessa a seguito del ricorso presentato mesi addietro dalla Flc-Cgil.
Come si ricorderà, il CNPI ha cessato ogni attività al 31.12.2012 perché il Governo Monti non aveva ritenuto opportuno prorogarne compiti e funzioni.
Il decreto legislativo 233 del 1999 stabiliva infatti che il CNPI sarebbe stato sostituito da un nuovo organismo denominato Consiglio superiore della pubblica istruzione ma che avrebbe continuato ad esistere fino a che questo secondo organismo non si sarebbe insediato.
In realtà, di anno in anno, l’operazione è slittata con continue proroghe. Lo scorso anno, però, il Governo ha deciso di non inserire il funzionamento del CNPI nel consueto decreto “mille proroghe” di fine anno.
La decisione non è piaciuta affatto ai sindacati che hanno più volte protestato. La Flc-Cgil si è anzi rivolta alla giustizia amministrativa che, ora, ha sanzionato il comportamento del Miur.
L’Amministrazione scolastica ha giustificato la propria inerzia sostenendo che a partire dal 2001 la riforma del titolo V della Costituzione ha modificato le competenze statali e regionali in materia di istruzione, ma il Tar ha argomentato che il Ministero avrebbe comunque dovuto dare attuazione a quanto previsto dal decreto 233 del 1999.
In concreto, adesso, il Miur ha 60 giorni di tempo per adempiere a quanto previsto dalla sentenza del TAR. In caso contrario verrà nominato un commissario ad acta che dovrà avviare le procedure per insediare il Consiglio superiore della pubblica istruzione.
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