Profumo – appena ricevuta la nomina ha sottolineato come il nuovo Cda avrà – “un’attenzione prioritaria verso gli obiettivi del piano strategico dell’ente, della valorizzazione delle risorse umane e della relazione con il sistema delle imprese e delle università. La ricchezza del Cnr risiede nella sua rete scientifica. Ricerca e trasferimento tecnologico – ha concluso – sono uno strumento indispensabile per guidare l’Italia verso uno sviluppo solido, duraturo, e per affrontare al meglio le grandi sfide del futuro”.
Il ministro Gelmini, dal canto suo, ha sottolineato come “La ricerca – ha detto – è il motore per la crescita economica. Il ruolo del Cnr è dunque fondamentale e rappresenta una risorsa da valorizzare per lo sviluppo del Paese. Dobbiamo soprattutto operare sinergicamente, per favorire l’internazionalizzazione della ricerca ed evitare la fuga di cervelli”.
Certo, il desiderio di tutti noi è quello di vedere i nostri giovani realizzarsi in Italia anziché emigrare all’estero con trolley e in aereo (i loro avi lo fecero con le valige di cartone e in treno terza classe) dove trovano maggiore possibilità. La Ricerca, in questi ultimi anni, è stata fortemente penalizzata (e non è la sola) ma, come si dice, se da un lato si inneggia al valore della ricerca scientifica e tecnologica, “motore per la crescita economica” (citiamo la stessa Gelmini) dall’altro si tagliano i fondi perché ciò possa trovare attuazione pratica.
Insomma, in teoria tutti vogliamo il bene dell’Italia, ma… molto in teoria.