Il 10 novembre, indetto dai COBAS e da altre strutture del sindacalismo alternativo, si svolgerà lo sciopero di tutto il lavoro dipendente, dalla Scuola ai Trasporti, dalla Sanità alle Telecomunicazioni, nel Pubblico Impiego e nel Lavoro privato.
In un comunicato stampa i Cobas indicano pure le città dove si svolgeranno manifestazioni e in particolare a Roma al MIUR, al Ministero Salute, a Montecitorio.
Per i Cobas, lo sciopero della scuola “si oppone alle intollerabili proposte governative che prevedono per docenti ed ATA, dopo 10 anni di blocco contrattuale, un’elemosina di 50 euro mensili, mentre per i presidi un aumento di 500 euro, sancendo così il loro ruolo “padronale” che dà luogo a soprusi continui verso chi non si piega alle logiche aziendalistiche. Inoltre, i lavoratori/trici sciopereranno contro l’obbligo assurdo di 400/200 ore di Alternanza scuola-lavoro, grottesca forma di addestramento al lavoro gratuito; contro i quiz Invalsi e la chiamata diretta e i “bonus” decisi dai dirigenti per formare una “corte” di succubi; per aumenti che recuperino almeno il 20% di salario perso nell’ultimo decennio; per l’immediata assunzione dei vincitori del concorso, degli abilitati e dei precari con tre anni di servizio su tutti i posti disponibili in organico; per il potenziamento degli organici ATA, le immissioni in ruolo sui posti vacanti e il ripristino delle supplenze temporanee.
In generale, i lavoratori/trici di tutte le categorie sciopereranno contro le politiche fiscali e previdenziali del governo e l’innalzamento dell’età pensionabile; per dire basta con la distruttiva “austerità”, con la precarietà dilagante del lavoro, i sotto-salari e la piaga delle “esternalizzazioni”, dei tagli e degli appalti nella Sanità, Autonomie locali e servizi pubblici, basta con le privatizzazioni delle strutture pubbliche e dei Beni comuni; per contratti nel Pubblico Impiego che facciano recuperare ai lavoratori/trici almeno quanto perso (il 20%) per il lunghissimo blocco e difendano i diritti dei lavoratori (ferie, malattie, congedi, riposi); per la copertura delle carenze di organico nelle strutture e nei servizi pubblici; per il ripristino della tutela contro i licenziamenti illegittimi cancellata dal Jobs Act; contro il monopolio della rappresentanza assegnato da tutti i governi ai sindacati concertativi, per il diritto di assemblea per tutti i lavoratori/trici e sindacati e una scheda nazionale alle elezioni RSU per misurare la rappresentatività sindacale nei vari comparti pubblici e privati; per difendere il diritto di sciopero contro tutti i tentativi di annullarlo o ridurlo ulteriormente.
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