Arriva dai Cobas una delle prime analisi del voto da parte sindacale.
Dopo aver rilevato la straordinaria partecipazione al voto, il sindacato di Piero Bernocchi parla di “un dato numerico (uno scarto di ben 20 punti) che va al di là delle nostre più rosee aspettative ma soprattutto delle previsioni generali del mondo politico-istituzionale-massmediatico, a conferma che tale mondo è, nell’insieme, sempre più lontano dalla vita reale e che tra i suoi protagonisti nessuno ha più la misura dell’entità del malcontento popolare”.
I Cobas però, con molto realismo, mettono in evidenza anche i problemi che a questo punto di aprono: “Pur nella grande soddisfazione di questo momento, non dobbiamo però trascurare il fatto che dentro questo NO si muovono – e cercheranno, come stanno già facendo, di intestarselo – forze apertamente reazionarie, razziste, xenofobe che, in perfetta linea con i Trump, i Farage, gli Orban e le Le Pen, descrivono il NO come rivolto anche contro i migranti, le politiche di accoglienza e di solidarietà, un NO che chiederebbe barriere spietate contro gli ultimi della Terra che scappano dalle guerre e dalla fame; e un NO omofobo, islamofobo e antifemminista, non spudorato come nel modello Trump, ma non meno insidioso e pericoloso”.
Sottolinea ancora Bernocchi: “Per le forze antiliberiste, antirazziste e democratiche del NO sociale, insieme alla soddisfazione per il grande successo, è all’ordine del giorno l’onere di dimostrare che sappiamo delineare anche i SI’ ad una ben diversa, anzi opposta, politica sociale ed economica per uscire dalla crisi e ricreare condizioni positive per il lavoro, la scuola, il reddito, i Beni comuni, l’ambiente, per gli stanziali e i migranti, alleati in un progetto comune di nuova e migliore società”.
“Su questo – concludono i Cobas – siamo chiamati a misurarci, in particolare di fronte al nuovo governo che verrà, e che di certo, anche su pressioni della Unione Europea, non farà sconti, pur senza Renzi, sulle politiche economiche e sociali liberiste”.
Insomma i Cobas sembrano avere ben chiaro un punto: anche senza Renzi, con il prossimo Governo non ci sarà un cambio di rotta significativo a meno che non si costruisca nel Paese un forte schieramento per un nuovo e diverso modello di sviluppo economico.
L’analisi appare sensata, ma se è così significa che almeno nell’immediato è molto difficile che nella scuola ritorni un po’ di “pace”: nessuno farà sconti a nessuno, almeno fino a quando la legge 107 non verrà “rottamata” o in qualche modo ridimensionata.
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