Il comunicato dei Cobas
Malgrado quanto affermato dal MIUR in occasione della prima giornata di sciopero contro la scuola-quiz, migliaia di classi alle elementari non si sono prestate ai distruttivi indovinelli Invalsi, nonostante i pesanti interventi di molti presidi e degli invalsiani su docenti ed Ata e le illegali sostituzioni del personale in sciopero e “riorganizzazioni” del servizio, verso le quali procederemo per via legale, trattandosi di azione antisciopero che avevamo fortemente diffidato a compiere.
Il dato fornito dal MIUR è ridicolo, perché si riferisce alle sole 1500 classi-campione, blindate da ispettori invalsiani e da presidi che vi si erano garantiti docenti “fedeli”: ma nulla dice il ministero sulle altre decine di migliaia di classi “normali” ove in tanti casi le prove sono saltate, grazie allo sciopero ma anche alla sacrosanta decisione di molti genitori di tenere i figli a casa.
Che la mobilitazione abbia colpito nel segno lo dimostra non solo la significativa attenzione mediatica ma anche le prime dichiarazioni della neo-ministra Carrozza e del sotto-segretario Rossi Doria.
Carrozza ha invitato a “ridimensionare i test di valutazione, che verranno usati per capire le omogeneità territoriali e avere un riscontro sul livello di apprendimento delle scuole a livello nazionale”, comprendendo le proteste, ritenendo “giusto che ci sia un dibattito” e impegnandosi a “sentire le parti in causa e a fare una riflessione”.
Rossi Doria, nel corso della trasmissione di Uno Mattina (Rai Uno) del 9 maggio, dibattendo con i Cobas e con un genitore romano, ha sostenuto che è assolutamente da evitare il “teaching to test” (cioè snaturare l’insegnamento per preparare gli studenti ai quiz), che i quiz non vanno usati per giudicare insegnanti e studenti, ed esprimendo il suo totale dissenso verso la presenza dei quiz Invalsi all’esame di Terza Media.
A prendere per buone queste dichiarazioni, parrebbe che entrambi non sappiano che l’insegnamento finalizzato ai quiz è oramai dilagante sia alle medie sia alle elementari, con libri di testo tutti orientati in tal senso; e che sta penetrando anche alle superiori ove MIUR e invalsiani vorrebbero introdurre i quiz all’esame di Maturità entro il 2015; e che niente sappiano del Sistema di (s)valutazione approvato dal precedente governo.
Verificheremo comunque la coerenza tra le parole e le azioni a partire dalle prossime tappe dello sciopero, il 14 per le medie e il 16 per le superiori, quando, insieme agli studenti, nuovamente manifesteremo nelle principali città e in particolare a Roma al MIUR (a partire dalle ore 10).
Nell’occasione abbiamo chiesto un incontro con la ministra per verificare se esiste una reale disponibilità a quel confronto e ascolto annunciati, ma soprattutto alla modifica di quanto di distruttivo la pratica dei quiz ha già introdotto nella scuola: modifica che dovrebbe portare alla eliminazione dei quiz dall’esame di Terza Media, alla rinuncia ad introdurli anche all’esame di Maturità e ad una conferma ufficiale sulla non-obbligatorietà dei quiz nelle scuole, restituendo ai Collegi docenti la piena decisionalità in merito ad una loro eventuale effettuazione.
E con la neoministra vorremmo discutere, oltre che di Invalsi e Sistema di (s)valutazione delle scuole, del furto di salario perpetrato ai danni dei lavoratori/trici con il blocco dei contratti e degli scatti di anzianità; della urgenza di annullare la deportazione dei docenti “inidonei” e l’espulsione degli Ata precari; dell’assunzione dei precari su tutti i posti disponibili; della restituzione nella scuola del diritto di assemblea per tutti/e.
Piero Bernocchi portavoce nazionale Cobas
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