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Cobas: l’algoritmo considera rinunciatari i precari/e che non hanno avuto l’assegnazione al primo turno

Come avevamo già segnalato nei giorni scorsi, è stato pubblicato il secondo bollettino di nomine da GPS e i colleghi e le colleghe con punteggi alti e posizioni migliori in graduatoria sono state/i considerati indebitamente rinunciatarie/i. Siamo di nuovo di fronte a un caso di evidente illegittimita’. Intanto ribadiamo che le graduatorie definitive pubblicate contengono numerosi errori, soprattutto sui titoli. Quali saranno le conseguenze? Tantissime: quando i colleghi e le colleghe accetteranno la nomina, la scuola dovrà fare la valutazione dei titoli. A questo punto a molti sarà assegnato un punteggio più basso e magari, a dicembre, perderanno la supplenza. Ma oramai la “frittata è fatta”: la famosa continuità didattica scompare (altro che scelta delle famiglie per avere gli stessi insegnanti di sostegno…) e, soprattutto, quella cattedra che doveva e poteva essere assegnata ad un collega con un punteggio corretto, finirà per essere attribuita, molto probabilmente, a colleghi dalle graduatorie di Istituto. Sì, perchè il famoso e tanto amato algoritmo non torna mai indietro!

E poi veniamo alla questione importante: considerare “rinunciatario” un collega che non ha MAI ottenuto una proposta di lavoro, é una interpretazione sbagliata sia giuridicamente che normativamente. Un concetto che è stato ribadito anche dal Tribunale del lavoro di Roma: “l’algoritmo utilizzato per l’assegnazione delle supplenze ha operato su presupposti illegittimi, considerando indebitamente la docente quale rinunciatari” e ha riconosciuto il diritto della ricorrente a ricoprire l’incarico di supplenza per l’anno scolastico, al risarcimento del danno per le retribuzioni perdute e all’attribuzione del punteggio complessivo di 12 punti” I Cobas scuola si stanno già attrezzando per promuovere il ricorso!! Però questo, secondo noi, non basta. C’è da fare un’altra analisi politico/sindacale che deve essere la madre di tutte le battaglie: contrastare lo squallido fenomeno della compravendita dei titoli di studio. Oramai è sotto gli occhi di tutti che in molti casi basta sborsare qulache migliaia di euro per procurarsi i CFU per l’abilitazione.  E’ diventata una situazione insostenibile anche perché, in moltissimi casi è conclamata. Un esempio per tutti: TFA per ottenere la specializzazione su sostegno. Con il Decreto n. 583 del 29 marzo 2024 il Ministero ha dato ufficialmente avvio al TFA sostegno IX ciclo. Con il Decreto TFA Sostegno ha comunicato quanti sono i posti disponibili per il nuovo ciclo del Tirocinio Formativo Attivo per conseguire la specializzazione sul sostegno. In totale si tratta di 32.317, suddivisi tra le 52 Università che attiveranno i corsi di specializzazione. Fin qua nulla di nuovo, anche se i posti disponibili su sostegno sono almeno il triplo di quelli autorizzati. Ma poi si scopre l’arcano e non c’è una spiegazione oggettiva che possa reggere: in Piemonte ci sono circa 14.000 posti vacanti su sostegno e vengono banditi solo 590 posti per il TFA; in altre regioni, prendiamo per es. la Calabria, posti disponibili su sostegno 8000, banditi 3253 per il TFA. Ma i casi eclatanti sono tanti altri.

Ci sarà qualche criterio per stabilire tutto questo? Volete spiegarcelo? Come mai una collega che lavora a Torino da anni, deve spostarsi, con conseguenze economiche davvero al limite della truffa, in Calabria per ottenere l’agognata specializzazione che poi utilizzerà a Torino, perché qua ci sono i posti disponibili? Qual è la logica in tutto questo? Risulta che vengono garantite certificazioni linguistiche o acquisizione all’estero di abilitazioni/specializzazioni alla modica cifra di 7.500 euro, bypassando selezioni in ingresso, tirocini, esami finali. Oramai siamo anche alla farsa perché alcune Università telematiche si permettono anche di fare pubblicità che garantisce percorsi abilitanti online da 30 CFU per la scuola secondaria con una durata di soli 17 giorni. Potremmo andare avanti, però una cosa è chiara: a pagare saranno i precari e le precarie costretti/e a sborsare migliaia di Euro per non essere “scavalcati”, saranno gli studenti e le studentesse (soprattutto disabili) che non vedranno mai l’agognata continuità didattica (a proposito, sarebbe interessante chiedere ai dirigenti scolastici di Torino quanti colleghe e colleghi che hanno accettato la nomina prenderanno servizio il primo giorno di scuola)!

Invitiamo, quindi, tutte le precarie e i precari a partecipare al PRESIDIO MARTEDI’ 10 SETTEMBRE ALLE 14.30 IN VIA COAZZE 18 (SOTTO LA SEDE DELL’USP) per chiedere: – che vi sia trasparenza nell’assegnazione delle supplenze – che l’algoritmo riparta dall’inizio per le cattedre rimaste vacanti ma non assegnate – che a partire dal prossimo a.s. si torni alle nomine in presenza – che precari e precarie abbiano gli stessi diritti e le stesse retribuzioni di chi è di ruolo.

Cobas Scuola Torino

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