Mobilitazioni, presidi, sciopero della fame, sono alcune delle forme di protesta che da oltre 10 giorni stanno portando avanti i docenti non idonei, destinati, a causa dell’art. 14 della spending review, a dover transitare ai ruoli amministrativi, tecnici o ausiliari. Si tratta di una norma fortemente contestata dai sindacati e considerata illegittima e di scarso senso civico.
Anche i Cobas,che hanno diramato un comunicato stampa, si sono mobilitati, organizzando e supportando lunghi e duraturi presidi a livello nazionale, perché non si procedesse ad attuare d’ufficio una legge discriminatoria e ingiusta, soprattutto perché attuata contro persone deboli e sofferenti di salute.
Questo muro di proteste, che ha visto in prima linea anche personaggi politici come il senatore Giuseppe Vita del partito democratico e il senatore Stefano Pedica dell’ Italia dei Valori scesi in piazza a sostegno dei docenti inidonei, ha indotto, per il momento, il ministro Profumo a non prendere provvedimenti attuativi, senza aver prima approfondito e valutato la delicata questione. Si apre quindi uno spiraglio per i 3.500 docenti inidonei, che iniziano a sperare in una soluzione più equa e giusta per loro.
Il fatto che il ministro Profumo, dopo l’ultimo Consiglio dei Ministri, non abbia quindi ordinato un decreto attuativo per la mobilità dei docenti inidonei verso i profili Ata, va letto con prudenza e seguito con attenzione, senza trarre conclusioni affrettate. Intanto la questione è rimandata a dopo ferragosto, momento decisivo per il futuro professionale dei docenti inidonei.
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