I test Invalsi sono da sempre oggetto di polemica da parte dei sindacati di base. La protesta ha spesso coinvolto decine di migliaia di docenti.
Riparte, come è ormai consuetudine da qualche anno a questa parte, la campagna dei Cobas contro i test Invalsi. E anche per per il 2016 i Cobas proclamano lo sciopero finalizzato a bloccare, almeno in parte, la somministrazione delle prove.
Lo scorso anno uno dei giorni delle prove coincideva proprio con lo sciopero del 5 maggio, tanto che – all’ultimo momento – Ministero e Invalsi decisero di spostare la data già fissata da tempo.
Adesso, con un comunicato di poche ore fa, Piero Bernocchi, portavoce nazionale Cobas, rende noto che per i giorni 4 e 5 maggio sono programmati due giorni di sciopero nella scuola dell’infanzia e nella primaria (“alle elementari – precisa Bernocchi – ogni lavoratore/trice sceglierà il giorno tra i due in cui il proprio sciopero risulterà più efficace; e lo stesso, pur non avendo i quiz, potranno fare alle materne”).
Nelle secondarie lo sciopero è previsto invece per il 12 maggio.
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“Lo sciopero – spiegano i Cobas – oltre ad esigere la cancellazione dei quiz Invalsi e il loro uso per valutare docenti, studenti e scuole, è contro il premio di “presunto merito”, la chiamata diretta da parte del preside e i suoi poteri di assunzione e licenziamento ed i “tetti” orari per l’alternanza scuola-lavoro”.
Senza dimenticare il tema del precariato: la richiesta del sindacato di base è che vengano assunti tutti i docenti abilitati o che abbiano comunque svolto 360 giorni di insegnamento.
Per concludere con la questione contrattuale: “Sciopereremo anche per il recupero salariale di quanto perso negli ultimi anni da docenti ed Ata”.
Nel 2015 sulla data del 5 maggio fissata già a gennaio dal sindacato di Bernocchi si realizzò di fatto un’ampia convergenza da parte di tutte le altre organizzazioni, vedremo se anche quest’anno si creeranno condizioni analoghe.
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