Marcella Raiola, docente napoletana molto nota in rete per la sua assidua presenza nel dibattito politico e sindacale sulla scuola, ci informa che nei giorni scorsi il prof. Francesco Amodio, storico militante della Sinistra radicale fin dagli anni ’70 e co-fondatore dei COBAS Scuola Napoli, è venuto, per una leucemia fulminante.
“Sono certa – scrive Raiola – che moltissimi vostri lettori ne hanno apprezzato, direttamente o indirettamente, le rare qualità, profuse instancabilmente nella lotta per la difesa della libertà di insegnamento”.
Marcella Raiola ci invia anche un ricordo di Francesco Amodio scritto dai Cobas Scuola di Napoli che qui riportiamo integralmente.
Ha continuato fino alla fine a ragionare di Scuola, di politica, di alleanze, di proteste da organizzare. Così, quasi ignorandolo, impedendogli di occupare tutta la sua quotidianità, pur così mutata, a causa delle pesanti cure, Francesco Amodio, cofondatore della Confederazione Cobas, nel 1994, infaticabile sindacalista, preside “di frontiera”, ex membro del CNPI e vicepresidente del CESP, ente culturale accreditato per la formazione dei docenti, si difendeva dall’attacco mortale di un male feroce, che lo ha stroncato il 27 agosto.
A porgergli l’estremo omaggio, increduli e addolorati, nella Sala Santa Chiara di Piazza del Gesù, allestita per una cerimonia laica proprio nel cuore della Napoli da lui visceralmente amata, sono convenuti, anche dalle isole, il 28 agosto, esponenti della cultura e delle istituzioni, sindacalisti, studenti, docenti e decine di attivisti dei movimenti di opposizione sociale.
Per mezzo secolo Francesco è stato protagonista indiscusso dei processi di costruzione dell’alternativa politica e sociale al liberismo intrapresi dalla Sinistra radicale: fu uno dei leader del movimento studentesco napoletano nel ’68; contribuì alla costituzione di diverse organizzazioni della sinistra rivoluzionaria negli anni ’70 e, infine, optò per il sindacalismo di base.
E’ stato anche uno dei più lucidi e lungimiranti analisti della situazione politica europea e nazionale fin dall’inizio della crisi speculativa, protrattasi fino ad oggi, ed ha prefigurato la rifunzionalizzazione della Scuola da parte dei poteri finanziari dominanti, determinati a trasformare l’istruzione in merce e la Scuola in una piazza di mercato, ovvero in una fucina di lavoratori “flessibili” e poco consapevoli dei propri diritti. La sua lunga esperienza e la sua meditata osservazione delle dinamiche politiche e sociali lo hanno reso prezioso nella precoce denuncia delle derive dirigiste e liberiste, e nella creazione di laboratori di antagonismo sociale inclusivi, volti a valorizzare i tratti unificanti delle diverse strutture.
Molti attivisti lo hanno ricordato come figura rilevante della propria “iniziazione” politica e civile, avvenuta nel drammatico contesto del G8 di Genova 2001. Francesco ha continuato a marciare contro le politiche di austerity; ha sostenuto i precari nelle circostanze e nelle congiunture più sfavorevoli; ha testimoniato la necessità di un rinnovato antifascismo, sostenendo scontri duri, anche in tribunale, con realtà incostituzionali quali Casapound, che fomentano odio razziale e sessismo.
Il suo difficile vissuto privato è stato la fonte cui ha attinto un’energia incoercibile, che ha profuso nella vita pubblica, da lui non sempre disgiunta dalla dimensione personale, che riteneva fortemente condizionata e penalizzata da quegli assetti socio-politici ed economici che aspirava a ribaltare.
Non dimenticheremo la lezione di coerenza, coraggio e costanza che ha impartito a tutti/e; non dimenticheremo il sorriso, rassicurante per gli amici e provocatorio per gli avversari, con cui accoglieva e prefigurava la visione di un futuro di uguaglianza e di pace. Continueremo ad affermare gli ideali che quel sorriso hanno acceso, e a propagarli ovunque, perché siamo certi che questo sia il modo migliore per onorarlo e perpetuarne la memoria.